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GIACINTO PLESCIA RICERCHE PROGETTI PUBBLICAZIONI PROCEEDINGS CONCORSI

 

GIACINTO PLESCIA L'ERRANZA IL PENSIERO POETANTE

Arte e ricerca scientifica, dall’ideale greco di bellezza, ai solidi platonici, alla sezione aurea ed alla prospettiva vivono un dialogo mai interrotto.

Lucrezio parla del vuoto e ci fa ricordare l’indeterminazione di Heisenberg e Planck, per Galileo “la natura parla la lingua della matematica”. https://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1273922/lerranza_1292459

Sulla natura, sul problema della conoscenza e del sapere s’interroga Leopardi: la sua poesia s’intreccia alla filosofia: “questo globo ove l’uomo e nulla, sconosciuto e del tutto”, quei “nodi quasi di stelle” sono un riferimento, ante litteram, alla teoria dei nodi, alla topologia ed i versi “le nostre stelle o sono ignote, o cosi paiono… un punto di luce nebulosa” richiamano l’astrofisica: infatti, adolescente, scrisse la “Storia dell’astronomia”.

Il dialogo tra poesia e filosofia e ricerca scientifica non si e mai interrotto, si può dire, per parafrasare Shakespeare: ci sono più cose nella poesia, nella filosofia e nella scienza, che in cielo e in terra. 

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GIACINTO PLESCIA L'ERRANZA NOTA EDITOR

  • Giacinto Plescia L’Erranza, Il Pensiero Poetante/ Nota editor

Tra i Fadensonnen di Celan ed il tentato superamento concettuale di alcuni snodi heideggeriani mentre per ora non rimane – ecco un’altra bella espressione – che camminare sul selciato della catastrofe. 

È una poesia ben incardinata nei binari del pensiero heideggeriano, quella di Plescia in l’«Erranza». 

Dall’indicazione “formale” del pensiero poetante, la raccolta si propone chiaramente di ragionare, più che evocare, attraverso la voce poetica.

Così in «L’essenza 2», in versi come L’essenza / è / attesa /dell’evento / e / dell’avvento sembra di essere in quelle prime lezioni friburghesi sulla lettura di Paolo come grimaldello del pensiero occidentale.

E con altrettanta certezza la dimensione centrale di l’«Erranza» è quella della gettatezza.

Molto bello, dal punto di vista formale, l’uso di alcune espressioni come temporalità immaginaria o capelli di luce, che ricordano i Fadensonnen di Celan.

Buono, anche, il tentato superamento concettuale di alcuni snodi heideggeriani (penso alla famosa intervista di «solo un dio ci potrà salvare», come via d’uscita dalla Tecnica).

Nell’Erranza invece c’è ancora spazio per il luccichio delle stelle, ma queste appariranno senza essere state chiamate né desiderate.

Per ora non rimane – ecco un’altra bella espressione – che camminare sul selciato della catastrofe.

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Una tazza da tè non ha bisogno della madeleine di Proust per essere gustata infatti diventa una ciambella. Magie? No. E’ la topologia, bellezza.https://www.ansa.it/pressrelease/lifestyle/2021/11/13/lo-human-tech-space-di-internet-come-singolarita-topologica_156c748d-76f4-4f39-b6e3-64a59e83213d.html

La topologia è uno spazio dove figure ed oggetti cambiano (restando nella loro essenza uguali) quando viene effettuata una deformazione. 

Il mito é uno spazio topologico, infatti, nei suoi percorsi e nelle sue multiformi declinazioni narrative, va a costituire un sistema autopoietico instabile e in trasformazione simile alle strutture del caos dei sistemi disordinati, dei vetri e del volo degli stormi studiati da Giorgio Parisi recente Nobel per la Fisica.

Il caos come filo d’Arianna del sapere e di Internet

Da tempo è in atto un tentativo di ricucire “arte e scienza, logica e mito” come sottolineava Giulio Giorello mentre l’espressione “è un caos” attraversa il sapere e il linguaggio comune  come viene esplicitato inOntodynamisin cui Giacinto Plescia tenta di elaborare una ‘ontologia del caos tema affrontato dall’autore, con gli strumenti della “Teoria delle Catastrofi” di René Thom, anche in “Ontologia dell’opera d’Arte” e “L’Erranza”.

Il caos è il filo d’Arianna che unisce filosofia, fisica, poesia e mito ed anche Internet: “in principio fu il chaos” scrive Esiodo.

L’individuo, vive, una doppia esistenza nello human-tech-space (nostro neologismo) di internet: si disloca nella con-fusione di realtà materiale e virtuale, in una narrazione polifonica multidirezionale, in un continuo divenire e come il chaos cerca un ordine.

Nella filosofia di Eraclito il concetto di “cosmos” è caratterizzato dalla “contesa”:  dal “polemos” , demone della guerra, padre di tutte le cose il conflitto pervade il mondo ed è dynamis e morfogenesi come ben descrive Eraclito “è la medesima realtà il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli di nuovo mutando son questi“:

Nell’arte l’ espressionismo e il futurismo esprimono, in massimo grado, la dimensione metamorfica.

La morfogenesi, con RenèThom, medaglia Field l’equivalente del Nobel, studia “la nascita e strutturarsi delle forme”,  nella sua “teoria delle catastrofi” piccole modifiche provocano grandi cambiamenti e producono nuove forme: sono definite“biforcazioni” “catastrofi” e ” singolarità”.

L“singolarità sono riscontrabili in altre attività umane” come nel linguaggio ed internet è il luogo eletto della parola, la rete ha affermato se non inaugurato una topologia social.

I blogger influencer nello human-tech-space di Internet come singolarità topologica.

Lo human-tech-space come sistema dinamico si esemplifica, nelle figure dei blogger influencer in Ferragni e Fedez: Analitica, Morfogenesie Singolarità dei Fashion blogger influencer nell’info-sfera dei social media”,di Camilla G. Iannacci, con la Prefazione di Giacinto Plescia.

La Signora Chiara che ha l’oracolo nell’info-spazio-tempo della rete  non dice, accenna, appare, si mostra, significa, é: accoglie, avvolge l’ospite in un seducente e protettivo liquido amniotico, confonde narrazione e realtà in una duplice e indeterminata stabilità visiva che assurge anche a raffigurazioni “sacre” da “Madonna Chiara”.

L’info-sfera è narrazione polifonica multidirezionale, è una costellazione di topoi narrativi in cui i Ferragnez si offrono come singolarità di nuovi miti e significanze che nelle relazioni reciproche, consentite dalla rete, generano forme e contenuti metamorfici.

La rete resta insuperata nell’ imporre modelli di comportamenti, storytelling e simbolizzazione.

Internet rappresenta una nuova singolarità topologica in quanto “sistema dinamico”, in cui piccole variazioni creano delle biforcazioni  e, nel nostro caso, di senso:un cambiamento “qualitativo” della sua struttura iniziale.

La fisica, la storia e la poesia

Giorgio Parisi, in una recente intervista, ha ribadito i suoi interessi per gli studi interdisciplinari come lo storico Braudel che cercava di individuare i possibili contatti tra le discipline o  Aymard che introduce l’idea di rottura e cambiamento nella ricerca storica e si orienta nelle analisi delle società in termini di sistemi dinamici.

In tale prospettiva la rivoluzione francese rappresenta una discontinuità e rientra nella “teoria delle catastrofi” di Thom in quanto “infrange un ordine preesistente e vi sostituisce un nuovo ordine”: sono le “biforcazioni” ovvero transizioni rapide e discontinue dette “catastrofi” che generano “singolarità“.

In una poesia Leopardi parla di “nodi quasi di stelle” un riferimento, ante litteram, alla teoria dei nodi delle geometrie non euclidee che considerano lo spazio come un corpo in  trasformazione

La teoria delle stringhe parla di filamenti di energia vibrante che sono “piegati”, arrotolati e descrivibili da “nodi” o “nastri”: la geometria si assume il compito di trovare leggi metamorfiche.

Lucrezio anticipa la fisica moderna nel parlare, riferendosi degli atomi, dell’esistenza del  vuoto.

Come nel Principio di Indeterminazione di Heisenberg per il quale nel “vedere” un micro oggetto agiamo su esso e lo modifichiamo così i soggetti su internet non sono “altro” dagli eventi ma interagiscono con essi mutandone aspetto e contenuti. https://giacintoplescia.blogspot.com/2021/11/ansa-su-giacinto-plescia.html?m=1

Il Conoscere è un sistema complesso e dinamico: l’oggetto osservato viene modificato, nella sua oggettività, per l’intervento dell’osservatore.

Hawking, Gödel, Mozart

Hawking, coi numeri immaginari, elabora un modello topologico-metabolico dello spazio che forma un chiasma a stringa immaginaria: possibilità di una temporalità non lineare.

Per Gödel gli universi transfiniti sono increspature dynamiche dello spazio-tempo e “ci sono asserzioni formulate in modo esatto per le quali non si può dimostrare né che sono vere né che sono false” uno status simile alle interazioni  nello human-tech-space di Internet. Non a caso il teorema di Gödel è il grimaldello della crisi della ragione classica, dei fondamenti e del soggetto.

La musica di Mozart è la prima musica col senso dello “zeit-raum”, del periodo che ha in sè una simmetria, rigorosità, completezza apollinea, cosmica ma che, nella sua essenza, al suo interno conserva e svela un disordine, un’asimmetria, una tonalità che va oltre l’ordine musicale esistente.

Nello zeit-raum mozartiano, metafora del chaosmos, spazio e tempo sono governati da una differenza e dialogia: vige un tempo ordinato e uno spazio disordinato, un tempo caotico e uno spazio cosmico.

Quando il sapere ha di fronte a sé un disco in cui sia incisa una musica sa definirne l’evoluzione, lo stesso soggetto, all’interno del disco non riesce a stabilire un senso ed un percorso: si trova in una situazione chaotica.

L’ontologia è la via d’uscita.

GIACINTO PLESCIA ALLOCAZIONE INDUSTRIALE E MORFOGENESI URBANA in L'analisi degli insediamenti umani e produttivi a c.d. G.LEONARDI-G.A.RABINO,F.ANGELI EDITORE

http://www.byterfly.eu/islandora/object/librib%3A916531#mode/1up

https://frame-frames.blogspot.com/2020/03/giacinto-plescia-allocazione.html 

 

GIACINTO PLESCIA UN MODELLO TOPOLOGICO DI MENTE

Lo studio della coscienza non può prescindere dalle acquisizioni delle neuroscienze sui “neuroni specchio”: il cervello non è solo un fascio di neuroni: esiste “all’interno di un organismo”.

Il corpo è il nostro punto di vista sul mondo: parola e mimica mostrano come agli organi del corpo corrispondono le emozioni, il corpo parla: è lo “schema corporeo” di Merleau-Ponty.

Nel sonno, per Husserl, inconscio e memoria sono momenti ove non si è presenti a sé e si è, nel contempo, con il mondo.

La memoria di sé, ontologica-in/visibile, è il chiasma proustiano: il sogno è un chiasma sonno/corpo/passività/sogno pensante ed essere corpo pensato.

Per Penrose la mente non è riconducibile alla computazione, unifica così relatività e meccanica quantistica.

Nuovi sono i paradigmi di Thom e Petitot: un modello topologico di mente basato su teoria delle catastrofi e delle biforcazioni, degli attrattori di sistemi dinamici non lineari, stringhe e superstringhe di Gabriele Veneziano. https://www.amazon.it/Modello-Topologico-Mente-Merleau-Ponty-Zentralk%C3%B6rper-ebook/dp/B096YHM7LR/ref=mp_s_a_1_1?crid=2J5PAQFUQVL4M&keywords=giacinto+plescia&qid=1639831663&sprefix=giacinto+plescia%2Caps%2C184&sr=8-1 

https://giacintoplescia.blogspot.com/2020/08/penrose-pitkanen-la-mente-umana-di.html?m=1

UMI UNIONE MATEMATICA ITALIANA

ALLOSTERESI INDUSTRIALE E SINECISMO MORFOGENICO GIACINTO PLESCIA in ATTI UMI - FIRENZE 1981

ALLOSTERESI INDUSTRIALE E SINECISMO MORFOGENICO GIACINTO PLESCIA in ATTI UMI - FIRENZE 1981 (2)

GIACINTO PLESCIA La Linea Elastica Formalizzazione Dedicibilità 215x300

Giacinto Plescia La Linea Elastica Formalizzazione Dedicibilità 

 https://ita.calameo.com/books/0063406399503f5f54a3a

GIACINTO PLESCIA SPAZIALITA' HI-TECH TECNOCITIES, HIGHWAYS, VALLEYS in Innovazione e Sviluppo nelle regioni mature a c.d. R.P.CAMAGNI-L.MALFI -

https://ita.calameo.com/books/00634063956a978c3ccfd  

https://giacintoplescia.blogspot.com/2020/08/giacinto-plescia-spazialita-hi-tech_30.html?

  • World Scientific Publishing Diritti di Autore per Conferenze in varie Università Statunitensi di Giacinto Plescia

GIACINTO PLESCIA DISEGNO GRAFICI TEORIA DELEL CATASTROFI DI RENE' THOM TECNICA MISTA

Il vuoto e la luce. Il Lingotto quale presenza dell'assenza della classe di Margherita Dotta Rosso, Giacinto Plescia Quaderni dell’Archivio Storico della Fiat a c. d. M.R. Moccia, Paravia 

GIACINTO PLESCIA Il vuoto e la luce. Il Lingotto quale presenza dell'assenza della classe in Quaderni dell'Archivio storico della Fiat a c.d. M.R. Moccia (2)

Il vuoto e la luce. Il Lingotto quale presenza dell’assenza della classe di Margherita Dotta Rosso, Giacinto Plescia

Quaderni dell’Archivio Storico della Fiat a c. d. M.R. Moccia, Paravia 

http://www.storiaindustria.it› biblioteca › ricerca

Data: 02/1992: Tipologia: articolo.

http://www.storiaindustria.it/fonti_documenti/biblioteca/ricerca?submitRicerca[documentiSoggetto]=&so=1091&tr= 

http://www.storiaindustria.it/fonti_documenti/biblioteca/ricerca?submitRicerca%5BdocumentiSoggetto%5D=&so=1090&tr=

https://frame-frames.blogspot.com/2020/03/giacinto-plescia-il-vuoto-e-la-luce-il.html?m=1

Blacksburg Virginia Tech Usa

on Society of Engineering Science. Meeting, ‎Society of Engineering Science

https://frame-frames.blogspot.com/p/virginia-tech-proceedings-di-giacinto.html?m=1

https://books.google.it/books?id=TpgKAQAAMAAJ&q=plescia+giacinto&dq=plescia+giacinto&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi-sMLSoOzuAhVh1uAKHRRiAM84UBDrATAJegQIABAE

Abstracts 

– Volume 21 – Pagina 17

books.google.it › books

… OF STRUCTURAL STABILITY by Giovanni Chiriatti, Fiorenzo Ferlaino, Manfredo Montagnana Giacinto Plescia, Alessandro Porcu Department of Mathematics …

GIACINTO PLESCIA MODELLI MATEMATICI per la GRAVITA’ QUANTISTICA” in 8th Italian Conference on General Relativity and Gravitational Physics Cavalese (Trento), August 30 - September 3, 1988 n. 1

GIACINTO PLESCIA MODELLI MATEMATICI per la GRAVITA’ QUANTISTICA” in 8th Italian Conference on General Relativity and Gravitational Physics Cavalese (Trento), August 30 - September 3, 1988 n.4

https://frame-frames.blogspot.com/p/giacinto-plescia-8th-italian-conference.html

https://frame-frames.blogspot.com/2020/04/giacinto-plescia-modelli-matematici-per.html   

GIACINTO PLESCIA MODELLI MATEMATICI GRAVITA’QUANTISTICA TOLLER mail 

14th International Conference on General Relativity and Gravitation cover

https://ita.calameo.com/books/0063406392d1a2fea6c9f

https://frame-frames.blogspot.com/p/haw.html 

https://frame-frames.blogspot.com/2020/03/giacinto-plescia-to-shawking-about-14th.html?m=1 

GIACINTO PLESCIA FUMETTO CON APPLICAZIONI CATASTROFI DI THOM CHINA PASTELLI MATITA

  • Giacinto Plescia Teorie del Chaos e K. Gödel

GIACINTO PLESCIA ONTOLOGIA DELL'OPERA D'ARTE

L’arte ha lavorato sull’idea di creazione, prima della biologia.

La scienza di un quadro si pone il problema della chimica dei pigmenti: non si domanda qual è il messaggio dell’artista.

Nelle geometrie non euclidee lo spazio è un “corpo in trasformazione” e la teoria delle stringhe parla di filamenti di energia vibrante che sono “piegati”, arrotolati e descrivibili da “nodi” o “nastri”.

Questa dimensione metamorfica, è registrata anche da espressionismo e futurismo.

Col Principio di Indeterminazione, Heisenberg mostra nel “vedere” un micro oggetto agiamo su esso e lo modifichiamo: il soggetto non è “esterno” ai fenomeni studiati.

La dinamica non lineare da Poincaré a Thom, ha stabilito che le forme sono regolate dalla topologia, piccole modifiche provocano grandi cambiamenti: si produce una nuova forma: “biforcazioni” “catastrofi” e ” singolarità”.

La teoria delle catastrofi di Thom si è mostrata ricca di interessanti conseguenze scientifiche e filosofiche.

https://www.amazon.it/Ontologia-dellOpera-dArte-Nastri-Singolarit%C3%A0-ebook/dp/B09619T3QB/ref=sr_1_6?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=GIACINTO+PLESCIA&qid=1639835475&sr=8-6 

GIACINTO PLESCIA ONTODYNAMIS

Il cosmos di Eraclito è dynamis: diviene secondo “contesa”: il polemos, Anassagora parla di discordia e per Aristotele il movimento è “dynamei ontos entelekeia a ateles” o energheia.

Permanenza e cambiamento sono nel tempo di S. Agostino e in quello spazializzato-matematico di Kant.
Il tempo assoluto newtoniano ha il contraltare nello spazio-tempo di Einstein che è relativo allo stato di moto di un sistema ed alla curvatura dello spazio: è dinamico.

Gli universi transfiniti di Gödel sono increspatura dynamica dello spazio-tempo e l’ontologia del caos dispiega uno spazio-tempo con eventi indecidibili.

Hawking, coi numeri immaginari, elabora un modello topologico-metabolico dello spazio che forma un chiasma a stringa immaginaria: possibilità di una temporalità non lineare.

Nella musica mozartiana c’è simmetria ed asimmetria: è lo zeitraum mozartiano: il caosmos: tempo caotico e cosmico.
E’ aperta la domanda: quali sono i rapporti tra la verità della proposizione e l’interpretazione scelta?  https://www.amazon.it/Ontodynamis-Giacinto-Plescia-ebook/dp/B0961F3MFZ/ref=sr_1_8?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=gIACINTO+PLESCIA&qid=1639834080&sr=8-8

CINECA LOGO

 

GIACINTO PLESCIA ONTOLOGIA DEL MITO

Le configurazioni del sapere epistemico e le ontologie ermeneutiche si sono concentrate solo sull’ontica, sulle entità narrate.

L’ interpretanza ermeneutica ed intenzionale non si cura di offrire una fondatezza alla nuova epistemica, alla physis immaginaria, alla temporalità ontologica; men che mai dà fondamenta alla struttura ontologica dell’opera d’arte.

L’ontologia classica ha eluso la fondatezza non matematica della matesis, la fondatezza non logica del logos, quella non mitica del mitos, la non epistemica dell’epistemè, la non tecnica della technè, la fondatezza non seriale dell’opera d’arte.

È utile intraprendere perciò il sentiero interrotto dell’ontologia dell’opera d’arte: la Seinweg e, sintagmaticamente, gli studi e le ricerche dell’ontologia del mito tra sapere epistemico, interpretanza ermeneutica ed intenzionale, temporalità e topologia.

Il testo delinea un modello che vede il mito come un sistema autopoietico instabile e in trasformazione. 

https://www.amazon.it/Ontologia-del-Mito-Giacinto-Plescia-ebook/dp/B09618585P/ref=sr_1_3?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=GIACINTO+PLESCIA&qid=1639835475&sr=8-3

GIACINTO PLESCIA ONTOLOGIA DELLA PHYSIS

Alcuni inediti dell’archivio di G. Colli, in cui è presente un nuovo chiasma del mito, portano a ripercorrere l’interpretanza nicciana di mythos e logos, il concetto di abisso in Givone, alcuni momenti del pensiero heideggeriano, ad interrogarsi se logos e techne prevalgono sul mito o sono una sua singolarità e impongono una riflessione sulla problema del tempo.
Un’innovazione teorica, tramite l’attrattore strano di Lorenz e le teorie di Hawking, delinea il paradigma della temporalità immaginaria, altra da quella lineare, e fa emergere una Topologia dell’Essere che vede il mithos all’interno di spazi topologici.
La crisi dei fondamenti “non obbliga ad accettare le conseguenze antifilosofiche di alcuni” (Parrini), la nuova epistemologia è messa in guardia dai rischi del relativismo (Lanfredini), mentre il sentiero interrotto della crisi, dai frattali di Mandelbrot alle catastrofi di Thom, sembra condurre ad una noematica ontologica gödeliana.
Quando il sapere, per esempio, ha di fronte a sé un disco in cui sia incisa una musica può definirne l’evoluzione; lo stesso soggetto visivo, all’interno del disco, non riesce a stabilire un percorso, un senso: si trova in una situazione chaotica.
I confini e l’orizzonte degli eventi sono ben delineati (es. a forma di disco) ma è impossibile calcolare l’itinerario interno.
L’ontologia della differenza, quasi fosse un chaos, non ha trovato forme stabili di rappresentazione a causa della sua origine abissale.
Nello zeit-raum mozartiano, metafora del chaosmos, spazio e tempo sono governati da una differenza e dialogia: tempo ordinato e spazio disordinato, tempo caotico e spazio cosmico.
Emerge una ontologia del chaos che dispiega luoghi e regioni ove gli eventi appaiono incomprensibili e indecidibili e viene delineato un paradigma che va oltre il pensiero debole o forte.

https://www.amazon.it/Ontologia-della-physis-Giacinto-Plescia/dp/8860372925/ref=sr_1_21?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=GIACINTO+PLESCIA&qid=1639835475&sr=8-21 

GIACINTO PLESCIA L'EPISTEMICA IL NULLA E L'ARTE

Aymard, successore di Braudel, propone di fare i conti con la scienza, di partire da matematica e teorie del caos; si orienta verso rappresentazioni non lineari del tempo e l’analisi delle società in termini di sistemi dinamici.

Le analisi della disseminazione, della biforcazione, della complessità o dell’analisi stocastica invitano a rimettere in discussione certezze e teorie; avrebbero affascinato lo stesso Braudel che cercava di individuare i possibili contatti tra vari settori di ricerca.

Il presente saggio intende partire da questo suggerimento, anche sulla scia di un precedente testo “Ontologia della Physis” in cui “l’attrattore strano” ed i “numeri immaginari” erano apparsi utili strumenti interpretativi, pur nella consapevolezza che è solo un primo abbozzo e che necessita del vaglio dalla comunità scientifica.

L’esistenza di alcuni paradigmi pare siano presenti, sottotraccia, in alcune pagine, lette e commentate dall’autore, di Parmenide, Pitagora, Eraclito, Platone, Aristotele, Plotino, Agostino, Leibniz e Newton.

Per Petitot il significato epistemologico della teoria di Thom è compatibile con il kantismo: la Critica della ragion pura insiste sul carattere costitutivo di conoscenza scientifica della geometria e della matematica, cioè, in linguaggio kantiano, sul fatto che la matematica è fatta di Giudizi sintetici a priori.

L’analisi procede coi rapporti tra il nulla e l’arte, per soffermarsi sui fondamenti della ragione ed i temi connessi a Verità e Teoria, affronta poi il significato della dynamis ed il problema del Tempo per chiudere con Gödel.
Il nulla viene posto in relazione alla morfogenesi thomiana e non solo ai suoi rapporti con l’epistemica bensì all’arte con suggestivi intrecci, collegamenti e salti storico-temporali.
Isteresi, pregnanza, salienza, singolarità, morfogenesi sono utensili validi per le scienze, la filosofia, e per l’estetica.
Il testo è una rielaborazione di tesine per gli esami con i Proff. Givone, Lanfredini, Galluzzi e Dalla Chiara; l’autore integra i precedenti lavori con nuove riflessioni ed interpretazioni ed accenna ad una nuova terminologia.
Il lettore individuerà altri topoi e potrà stabilire la fondatezza dell’argomentare.

GIACINTO PLESCIA IL NULLA E IL SUBLIME COVER

https://www.google.com/search?q=il+canto+di+kalipso+di+giacinto+plescia&sxsrf=ALeKk03ymjsgMat20FZcW5d5YdQmab73cQ:1596425634647&ei=ooUnX5-OJ421sAfatqj4BA&start=10&sa=N&ved=2ahUKEwif5_P2jP7qAhWNGuwKHVobCk8Q8NMDegQICxA5&biw=1366&bih=625

GIACINTO PLESCIA IL CANTO DI KALIPSO LA DEA DEL SUBLIME

Un excursus delle contemplanze della Bellezza e del Sublime, dalla classicità a Burke, Kant, Hölderlin, Heidegger approdano ad una Ontologia del Sublime.

In Longino il meraviglioso, la risonanza con l’opera d’arte, il pathos, accomunano artista e fruitore dell’arte: il Sublime genera smarrimento e paura.

Per Burke “il Sublime” richiama le forze della natura, nasce da sofferenza, pericolo.

In Kant la grandiosità della natura suscita il senso dei limiti umani, da qui smarrimento e attrazione.

In Heidegger nel Sublime vive il non-Fondamento: l’Angoscia.

Nel Sublime – che si svela nell’Infinito o nell’Abisso: esemplificato da Kalipso – sono presenti: Ek-stasi, Ab-grund.

Nell’interpretanza givoniana si ha nuovo paradigma: l’arkè, una Singolarità: l’Eventuarsi dell’Abissalità: un’ontologia dell’opera d’arte.

Sublimità e estetica musicale sono cadenzate da Mozart, Eleuro e Leibniz; morfogenesi e complessità da Leibniz e Thom.

Il testo è intriso di queste pregnanza e salienza.

https://www.amazon.it/Canto-Kalipso-Sublime-Ontologia-dellOpera-ebook/dp/B096YNBHN4/ref=sr_1_7?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=GIACINTO+PLESCIA&qid=1639835475&sr=8-7 

  • Giacinto Plescia 

La verità epistemica-ermeneutica-ontologica: manoscritto note per il Prof. Sergio Givone

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GIACINTO PLESCIA PREFAZIONE FERRAGNI E FEDEZ ANALITICA MORFOGENESI E SINGOLARITA' DEI FASHION BLOGGER INFLUENCER NELL'INFOSFERA DEI SOCIAL MEDIA

Prefazione di Giacinto Plescia

I Ferragnez segnalati dalla Treccani si fregiano dell’Ambrogino d’oro, mentre Chiara, demolito “il soffitto di cristallo”, consacrata da Forbes e Vogue, vola in Borsa, conquista il crisma di “merce in un mondo merci” anche se travalica Amazon.

La Signora che ha l’oracolo nell’info-spazio non dice, accenna, appare, si mostra, significa, é: accoglie, avvolge l’ospite in un seducente e protettivo liquido amniotico, confonde narrazione e realtà in una duplice e indeterminata stabilità visiva che assurge anche a raffigurazioni “sacre” da “Madonna Chiara”.

Parte attiva in Charity e sociale non è un principe consorte Fedez che, non a caso, chiama “Newtopia” la sua casa discografica.

È, l’info-sfera, narrazione polifonica multidirezionale, costellazione di topoi narrativi in cui i Ferragnes si offrono come Singolarità nello spazio topologico dei social media: nuovo Mythos e senso.

https://www.amazon.it/FERRAGNI-FEDEZ-Camilla-G-Iannacci-ebook/dp/B08PMDML6J/ref=sr_1_4?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=iannacci+camilla&qid=1639895665&sr=8-4

GIACINTO PLESCIA PREFAZIONE CHIARA FERRAGNI AND FEDEZ Media-Morphosis. Aphorism about the Ferragnez

Postfazione di Giacinto Plescia

Chiara offers desires, dreams and symbols in her info-space-time.

She envelops in a seductive, amniotic liquid, mingling polyphonic narration and reality: the follower does not live by styles alone.

Chiara, like Alice, transforms, creates performance, events, in a media-morphosis of an imaginary space-time, an inexhaustible poem unfurling topological forms in which the objects deform without losing their quality, so a teacup and a donut are the same thing: the realm of morphogenesis.

Changes of form and meaning, epiphanies, bifurcations, singularities, fractals of a great “chat,” signifies and “sign-ifies,” everything can be said with at the moment syntagms: posts, tweets, fleets, Instagram: the moment as stream of consciousness, shared analysis.

In the digital “Empire of Signs,” between a click and a selfie is the apotheosis of detail, of frames: everything flows but everything “is” and “in medio stat Chiara.” https://www.amazon.it/CHIARA-FERRAGNI-FEDEZ-Morphosis-Ferragnez-ebook/dp/B08VRCL1LY/ref=sr_1_4?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=plescia+giacinto&qid=1639895517&sr=8-4

GIACINTO PLESCIA LA SUORA DELL'ESSERE

GIACINTO PLESCIA LA MORTE NON È NIENTE

Giacinto Plescia La morte non è niente

GIACINTO PLESCIA LA MORTE NON È NIENTE copertina

GIACINTO PLESCIA LA MORTE NON È NIENTE cover

GIACINTO PLESCIA LA MORTE NON È NIENTE Cover (2)

  • Giacinto Plescia La morte non è niente  ROMANZO 1989

https://frame-frames.blogspot.com/2020/03/gp-di-monderose-la-morte-non-e-niente.html

https://frame-frames.blogspot.com/2020/09/giacinto-plesciala-morte-non-e-niente.html?m=1 

on line

https://www.hoepli.it/cerca/libri.aspx?query=Giacinto+Plescia

https://www.amazon.it/s?k=plescia+giacinto&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&ref=nb_sb_noss

https://www.ibs.it/algolia-search?ts=as&query=plescia%20giacinto&query_seo=plescia%20giacinto&qs=true 

GIACINTO PLESCIA Modelli Matematici e Morfie Scientifiche Rivista SE, pre print

Modelli Matematici della Physis per il decennale de “Le Scienze”, pre-print, et al.

  • Giacinto Plescia Innovanza e Spazialità: Semantica dello Spazio Post-Industriale e Morfogenesi  per l’Ires Torino, pre-print, et al.

GIACINTO PLESCIA Epistemologia e Assiomatizzazione della Matematica, parte II

https://giacintoplescia.blogspot.com/2020/08/epistemologia-e-assiomatizzazione-della.html?m=1

GIACINTO PLESCIA Considerazioni Critiche sulla Storia della Probabilità, parte III, con altri

https://ita.calameo.com/books/0063406390ac496151ad5

in: “Processi di Storicizzazione della Matematica: le Teorie sulla Probabilità” a c.d. M. Montagnana, Celid, Torino 

Processi di Storicizzazione della Matematica le Teorie sulla Probabilità a c.d. M. Montagnana

BLADE 

La narrazione del testo BLADE di © GIACINTO PLESCIA, pseudonimo G.P. di Monderose,
la cui stesura risale al 1993, voleva essere continuazione e superamento della dimensione visionaria di Blade Runner;

il plot vive nel pensiero rammemorante,
i ricordi attraverso cui si dispiega la narrazione sono collocati:

  • nella “temporalità immaginaria” di Hawking
  • nella dimensione quantica
  • in uno spazio che vede realizzata l’unificazione delle forze fondamentali presenti in natura:
    gravitazione, elettromagnetica, debole e forte
  • qui l’infinitamente grande (l’universo) e l’infinitamente piccolo (le particelle elementari) dialogano tramite l’ombelico iperbolico della teoria delle catastrofi di R.Thom;
  • il racconto, tramite la realtà virtuale, consente la realizzazione di teorie non ancora del tutto verificate.https://frame-frames.blogspot.com/2020/11/giacinto-plescia-blade-1993.html?m=1 

 

Prima Puntata

GIACINTO PLESCIA BLADE 1^ parte

Non sapevo di saper scrivere.
Un’altra volta mi sorpresi delle mie facoltà.
Quando incontrai Rekard nel suo rifugio di S. Angeles, pieno di ricordi.

Ah, quelle foto ora le conservavo io. Non sono riuscita a comprendere perché quei miseri, ingialliti ed insignificanti frammenti di celluloide offrano più identità di un’opera d’arte agli esseri umani.

Rekard provò a spiegarmi che per loro la memoria dei ricordi sia un ritornare nell’origine dell’essenza dell’esistenza. Ma per gli androidi non esistono origini e men che meno esistenza, giacché noi non siamo esseri.

“Ma allora perché tu desideri possedere dei ricordi?”

“Ah, perché tutti gli altri androidi sono alla ricerca di memoria e forse anch’io sono stata influenzata da quella moda.”

Non era vero. Quando guardai le foto della madre di Rekard desiderai che fosse la mia.

Mentre gli altri androidi sognano pecore elettriche io ho sempre sognato una madre vera: come quella della foto di Rekard.

“Non sei contenta di avere un padre?” mi chiese, quasi avesse letto nei miei pensieri.

“No. Quello che hai conosciuto tu, non era il mio creatore”.

“Ma se mi disse che ti aveva creata lui! E che tu fossi un androide speciale, il più perfetto che ci fosse sulla nostra galassia!”

“Ti avrà anche spiegato che io non sono un androide”.

“Si, ma se ti ho scoperta io, con la domanda sul cane!”

“Sciocco, sono stata il a rivelarmi, per non farti fare una brutta figura con il Gran Padre. Avevi tanto bisogno di quel lavoro in pelle.”

“Ma se non sei un’androide, che cosa sei?”

“Una ginoide.”

“Una ginoide? E che significa? Un’androide femmina?”

“Eh no, c’è una differenza ontologica tra le androidi femmine che hai eliminato, simili agli altri androidi ed una ginoide … “
“Una differenza ontologica? Ho sempre pensato che gli androidi fossero stati costruiti per le missioni speciali nello spazio, non per dilettarsi in filosofia dell’essere.”

In quel momento iniziai ad odiarlo. Va bene, sarei stata poco carina con lui; perché non mi denunciò a quel cacciatore di replicanti di S. Angeles, metà giapponese e metà spagnolo, ma quella sua ironia da essere superiore mi aveva proprio annoiata.

Mi misi al pianoforte che preparai in un battibaleno nella nostra casa-rifugio dell’Arkansas e suonai la sinfonia K 550 di Mozart.

Così, senza averla mai sentita ma solo per averla letta sullo spartito. Chissà perché quelle note in simbiosi con le foto di Rekard elevarono le mie facoltà pensanti verso una temporalità del passato.

Se prima mi meravigliai che non sapevo di suonare ora mi sovvenne: non sapevo di saper ricordare.

Sarà anche stata la domanda di Rekard su chi fosse il mio creatore, sarà stata forse la musica di Mozart, saranno state le foto ingiallite lì davanti ai miei occhi tremanti di pianto, o altro ancora di cui non riuscii a decifrare il senso: fatto sta che mi lasciai andare al pensiero rammemorante.

“Oh Rekard!” dissi con una voce mai sorta dalle mie corde vocali di fibre di carbonio fuse con l’idrogeno: una voce da soprano? Le corde vocali del soprano vibrano al limite degli ultrasuoni.

Seconda Puntata
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GIACINTO PLESCIA BLADE 2^ parte

Il Mio pensiero rimemorante si è rivolto alle temporalità del passato ed è in grado di ricordare … si credo di poter sapere.

Blade, tu sei stata creata al silicio e drogata con oro, arsenico e gallio; se vuoi: non sei stata creata al carbonio e drogata con ossigeno, idrogeno e calcio come tutti gli esseri umani …

Certo è che la mia essenza non è composta da silicio e frattaglie come quelle degli altri replicanti, né da molecole di carbonio lineare e acqua come quella degli esseri umani …
Se non possiedi un padre, avrai tutti come madre …

Una madre. Mi sorpresi a pensare: non sapevo di saper pensare e non
sapevo di saper immaginare.

Una madre? Tu pensi che io possa avere una gran Madre invece di un gran Padre? Rimasi lì, con i ricordi ed i pensieri che rimbalzavano nella mia mente artificiale.

Artificiale?
Da quel momento quella parola non mi risuonò più in modo naturale.
Naturale?

No, quell’essenza è una qualità solo degli umani. E degli animali, e dei vegetali e dei minerali.
Ma io non ero né minerale, né animale, né umana, né mi sentii più artificiale, di quale essenza era la mia mente i il mio corpo?

Una madre… avrei voluto sognare una madre tutta per me. Bella come quella di Rekard alla quale assomigliassi nel colore degli occhi, nel taglio e nella profondità della vista.

Le foto della madre di Rekard: non assomigliava per niente al figlio … perché non ci sono tra le sue foto nonne o ave?

Filtrai con i miei raggi delta la grana di quelle immagini. Come avevo sospettato … tutte le foto provenienti da epoche diverse ed assemblate con la stessa immagine femminile.
Un montaggio temporale.

Ma perché Rekard avrà fatto questo?
Guardai Rekard sotto la doccia ed osservai l’ acqua sparire nella buca dalle vasche idromassaggi … un attrattore strano come una singolarità dello spazio tempo … perché i miei pensieri si rivolsero verso quell’evento singolare?

Ma non c’era tempo per riflettere.

Rekard, sotto l’acqua, mi avvertì:

“Blade, preparati, dobbiamo fuggire di nuovo, prima o poi qualcuno ci troverà”.

Lasciammo la casetta dell’Arkansas bianca e rilucente come la neve simulata nelle sfere di cristallo. E furono le radure verdi del Vermont la nostra meta.

Guardai Rekard occupato nella guida della nave spaziale. La sua mi parve un’indifferenza vuota, quasi assente. La presenza di un’assenza di senso: quasi fosse un automa o un replicante o un androide.

Sarà che anch’io lo fossi e percepissi la differenza di allontanante come una prossimità identificante?

Mi fu spiegato che il mio codice potesse avvertire simili sensazioni. Avrei percepito l’altro non quale nemico da uccidere ma quale origine della mia più intima identità. Lì per lì non andai oltre quelle sensazioni.

Tant’è che chiesi: “Siamo diretti nel Vermont?”

“Si, vedrai che ti piacerà.Le foreste li sono curate come se fossero dell’era preatomica.”

“Andremo a rifugiarci in quella casetta ritratta nel tuo album di fotografie? È tua?”

Ma Rekard non rispose. Sembrava non riuscisse a percepire quel senso di proprietà.

La casetta si svelò ai nostri occhi in mezzo al verde di una radura d’una folta selva dell’ancora selvaggio Vermont.https://frame-frames.blogspot.com/2017/02/blade-di-gp-di-monderose-2-puntata-anno.html

 

Terza Puntata

Rutger Hauer as Roy Batty BLADE RUNNER 1

Rutger Hauer as Roy Batty BLADE RUNNER 2

GIACINTO PLESCIA BLADE 3^ parte

Splendida.

Quando entrammo nella casa di legno e vetro la mia attenzione fu attratta dalle foto a colori che ornavano il caminetto.

Notai che in nessuna di quelle foto fos se ritratta la madre di Rekard. Perché?

Guardai fuori, nella radura verde, mentre lui s’inoltrava nella foresta, solo in quel momento la mia mente s’ illuminò.

Rekard non deve essere un umano, deve essere un cacciatore di replicanti d’ altrove.

Ma perché farmi credere nelle sue memorie e ricordi terrestri?

Quelle sue foto solo allora mi apparvero una collezione di ricordi differenti, frammenti di esseri umani diversi.

Le liberai dalla cornice per trovare conferma attraverso le date e le iscrizioni.
Decriptai immediatamente luoghi, persone e tempi diversi in ogni foto.

Che fosse un collezionista di foto oltre ad essere un cacciatore di replicanti?

E se fosse in preda alla stessa sindrome dei replicanti sue vittime: la sindrome della collezione di ricordi mai avuti?

No, non può essere un replicante, lui mi ha protetto. Ed ha ucciso gli altri replicanti.

E se fosse un replicante killer d’altri androidi?

C’è solo un modo per scoprirlo: la prova di Michelson.

Si, la biforcazione luminosa di Michelson. L’ antica prova della relatività e della costanza della velocità della luce. Tutti gli esseri umani ed i replicanti avvertono solo la biforcazione della luce quando si infrange nello specchio argentato.

Ora, Rekard, dovrai osservare attentamente le biforcazioni della luce ultravioletta che si riflette sul mio corpo.

“Quanti raggi solari percepisci, che si siano differenziati?”

“Due.”

“Non riesci ad intravederne un terso?”

“No. Solo due che si biforcano dal tuo petto.”

“Sei un replicante!” Gli esseri umani riescono a decifrare la bistabilità di Michelson ma usano il cannocchiale od il microscopio, tu invece hai visto differenziarsi il raggio ultravioletto ad occhio nudo.
Ma un momento …

Cosa? Cos’è quella nuvola malvalillà che si disvela al nostro sguardo?

“Una nuvola? Malvalillà? Dove?”

Lì nella radura, svelata dalla luce takione. Mai svelare l’invisibile a chi vede solo il visibile!

Dalla malvalillà si disvelò una singolarità a curvatura negativa che dispiegò l’immagine di una donna.

“Blade, finalmente ti ho ritrovata …

“Così parlò quell’essenza malvalillà.

“Il gran padre ti rapì per portare l’ordine nel nostro cosmo ma io ti ho creata perché tu esplorassi la curvatura universale dell’universo.

Ora dimmi Blade, cosa c’è ai confini del tempo immaginario ove l’universo è attratto dal buco nero chaosmico?”

“Ma questa da dove viene fuori?” chiese Rekard  “dev’essere una presenza dell’assenza dell’essenza oscura … “

“Non ironizzare su di me Rekard! Ti conosco, sei il più bel esemplare che il Gran Padre costruì ma di fronte alla mia Blaide non vali nulla … Tu sei di silicio, lei ha un cervello di carbonio.

Il cervello degli esseri umani è composto con il carbonio lineare, mentre il cervello di Blaide è stato creato con il carbonio a curvatura positiva.

Ogni neutrone è una monade al fullerene idrogenato che può percepire i raggi invisibili e le radianze invisibili quali i takioni.

Perciò la inviai ai confini dello spazio tempo immaginario.

Ma ora dimmi, Blade, prima che sia troppo tardi per l’universo, cosa c’è ai confini a curvatura positiva del nostro universo?”

Ora mi sovviene… perciò ero sempre alla ricerca di ricordi, più che altrui, miei.

Là dove lo spazio tempo si incurva e dispiega la salienza dell’universo verso le forme della singolarità topologica, simile alla bottiglia di Klein c’è l’evento della temporalità immaginaria che trova sempre di fronte a sé l’origine.https://frame-frames.blogspot.com/2017/02/blade-di-gp-di-monderose-3-puntata-anno.html