Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza

Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza

Indice dei Contenuti

 

Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza 

  • Aforismi, dalla Grecia alla rete, sulla felicità, l’amore, la verità e la natura

E’ un vagito la parola e diventa ricamo, narrazione che crea multi-universi, mondi di segni, echi e fili invisibili con il vissuto.

Il viaggio della/nella parola è l’incontro col nostro io dominato da passioni ed istinti non sempre comprensibili a noi stessi.

In particolare, la poesia, con la sua ‘cifra’ dice il non-detto, supera l’indicibile nel tentativo di dargli voce.

Per Aristotele https://www.treccani.it/enciclopedia/aristotele trama, azioni, pensieri, lo stile e il fine dell’opera sono tesi a produrre piacere secondo l’insegnamento di Aristotele.

  • Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza

I filosofi come i poeti sanno che solo stando tra le nuvole si è realisti.

Nessuno vive senza filosofia https://www.treccani.it/enciclopedia/filosofia il filosofo crea discordia e conosce il limite ma sa che pensare si può solo senza limiti di sorta: il pensiero, come la frontiera, ha con sé l’inesplorato.

L’inconoscibile ci costituisce e la vita è desiderio, è sospesa tra profondi abissi ed inattese rinascite.

Se la scienza non si pone domande sul senso della vita, anche se ne ricerca cause ed origini, noi ci interroghiamo inesausti sul senso degli eventi e delle cose alla ricerca di un fine che continua a sfuggire quasi non volesse rivelare.

  • L’oggettività e il cambiamento

Le cose sono come sono o come appaiono? Cos’è ed esiste ancora una realtà oggettiva? La realtà è quella che sperimentiamo nel mondo macroscopico o è quella del mondo quantistico?

Ognuno è molti nello stesso tempo ed è differente dall’altro e l’intima essenza è indeterminata, incostante e imprevedibile.

Il πάντα ῥεῖ, (tutto scorre) governa vite e cose ma sembra non valere per il peggio che l’umano persegue e ripete. Ogni cosa si trasforma: “non si può scendere due volte nel medesimo fiume” scrive Eraclito cui fa riferimento Renè Thom https://frame-frames.blogspot.com/2022/12/opera-omnia-di-rene-thom-cd-marc.html e a proposito della teoria delle catastrofi Giacinto Plescia https://www.giacintoplescia.it/teoria-delle-catastrofi-fisica-e-olismo/

  • L’universo e la fisica quantistica

Siamo della stessa sostanza delle stelle: un granello di sabbia nell’universo: polvere di stelle ma pensante e colmo di ὕβρις (hýbris). Siamo fatti di vuoto – fisica dixit – piccole entità nell’universo, ‘gettàti’ nell’abisso e dominati dal nulla.

Un elettrone non è conoscibile prima di essere misurato: una particella resta correlata ad un’altra ovvero misurare una particella si scopre che conservino lo stesso valore anche se una, a un certo punto, si distanzia dall’altra: è inspiegato l’entanglement https://www.treccani.it/enciclopedia/entanglement/ è, in particolare, paragonabile all’indecidibilità del teorema di incompletezza di Kurt Gödel https://it.m.wikipedia.org/wiki/Kurt_G%C3%B6del a ricordarci che la crisi dei fondamenti è più che… profonda anche in fisica.

  • Il nuovo cambio di paradigma

Sic stantibus res c’è da chiedersi che ne è della concezione e definizione di spazio-tempo: tutto è rimesso in discussione. La scienza non è esatta: si approssima al vero che si sposta un po’ più in là del punto di arrivo: è imperfetta.

Niente saremmo senza l’incanto del dubbio: siamo certi del dubbio e il “cogito, ergo sum” può essere letto come “dubito, ergo sum”. ‘Nihil sub sole novi’ anche la post-verità, da tempo immemorabile, abita lo spazio scenografico e nel mondo della post-truth vale il ‘cum grano salis’ perché le verità amano gli spazi topologici: multiformi, imprevedibili: va riconosciuto a Nietzsche “qualche” merito.

  • L’AMORE E LA FILOSOFIA DELLA FELICITÀ NELLA POESIA E NELLA SCIENZA

Giovanni Platania piace il tuo post

-L’amore irriducibile al logos, viene pensato nel frammento: la completezza, la complessità verso il semplice

-Il tempo nell’amore https://it.m.wikipedia.org/wiki/Amore#Filosofia conosce una cesura, è sospeso, annullato, annichilito nella Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza

-Tutte le parole per dire l’amore risultano incomplete, monche: l’amore evoca e racchiude l’incompletezza
-Il discorso sull’amore può essere solo un’autobiografia, un racconto, una poesia, un’opera d’arte, una singolarità che parla ad altre singolarità
-Non riuscire a farne un discorso compiuto e continuare a intrecciare un discorso sull’amore è possibile: ognuno vi si riconosce e lo riempirà di suoi significati e passioni
-L’amore che muove tutte le cose: è proprio dell’infanzia e della filosofia.

  • Il “ti amo” nella filosofia della felicità, nella poesia e nella scienza

-La riflessione sull’amore trova un ostacolo insormontabile quando va a confrontarsi col significato del “ti amo” e non riesce ad essere esaustiva  nella proposizione di una definizione della filosofia della felicità nella poesia e nella scienza

-L’innamorato ha fretta di dire “ti amo” e anticipa ogni mossa

-Il “ti amo” è:
assoluto e pre-potente come un bimbo
narcisista e in sommo grado
detto da ognuno e da tutti: non sa di ragionevolezza, solo di dis-misura: vuole essere unico, esclusivo, totalizzante: inafferrabile è duale: è l’insieme di io e dell’altro che si pensano: è l’epifania del pensare
scoprire il sé, il noi

-Mancanza (πορος) e povertà (πενία) nel “ti amo” trovano una risposta
-Quando penso, non ti penso: penso, cerco l’epochè dal “ti amo”, non ne esco: penso di non pensarti nel pensarti
-Nessuno può dirsi vivo senza amare ed essere amato.

  • FILOSOFIA DELLA FELICITÀ NELLA POESIA E NELLA SCIENZA

-Nessuno vive senza filosofia
-Lo stile è… il filosofo
-Il filosofo crea discordia
-Il filosofo pensa il limite ma sa che pensare si può solo senza limiti di sorta
-Pre-vedere è del pensare e del filosofo
-Segreti vanno gli uomini e il filosofo ne svela l’essenza: non siamo che un abisso
-L’indagine muove il filosofo e, naturalmente, si presta a farsi narrazione: mythos
-Conservare stupori, coltivare silenzi e semplicità: è difficile farlo
-La meraviglia degli antichi resta la nostra
-Non è della filosofia il pudore
-La filosofia è di per sé confronto-scontro ma in fondo inclusione dei discorsi nel suo alveo vivo che scorre come un fiume che si genera e rigenera 
-Tutti ne siamo consapevoli: pochi sanno conservare il distacco e la saggezza dopo le sconfitte: difficile essere saggi realmente
-Il sapere: fonte di conoscenza e infelicità nella Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza
-Se l’essere dell’uomo si fonda nel linguaggio e sul colloquio, è presente e si fonda, anche sul net e sui social e forse anche Ulisse avrebbe usato, se avesse potuto, twitter, facebook e google maps per sete di conoscenza e per tornare ad Itaca.

  • Il nulla, l’angoscia e l’infelicità nella poesia e nella scienza

-Il nulla angoscia e genera la fuga
-L’incertezza è dell’animo umano ogni qualvolta deve fare delle scelte in cui è profondamente implicato
-L’inconoscibile ci costituisce
-I tentativi di totalizzazione esprimono solo bisogno-insicurezza-possesso-paura della perdita
-Il dolore è l’esperienza più formativa che si possa fare
-Senza il dolore e il passato non saremmo ora qui e come siamo
-L’infelicità non sempre trova parole in grado di comunicarla: va oltre le parole.

  • L’io e il noi

Andrea Marcolongo liked your tweet

-L’esilio è in fondo di tutti

Andrea Marcolongo liked your reply

-La fitta dolce-amara della separazione e la tristezza

Pietro Pinto ha consigliato il tuo post

-Lo scacco ci consegna quel qualcosa che va salvato dal naufragio
-Ek-sistere: condizione dell’umano
-Le forme e i mondi nascosti che ci abitano
-Ci costituiscono il νόστος e l’άλγος
-Ognuno porta in sé la forma dell’umana condizione
-Ed ognuno è differente dall’altro è uno e molti nello stesso tempo 
-E la consapevolezza, l’io, lo sguardo sul mondo con cui ci si apre alla condizione essenziale ed esistenziale dell’essere
-Si dà ciò che si è
-E parlando con l’altro trovo l’io
-Io spero ed anche di-spero: è l’essere umano retto anche dal principio dei vasi comunicanti
-Il patronimico era importante quasi quanto i soprannomi: tu sei perché hai un padre o sei perché quel nomignolo è l’essenza di te: ti identifica.
-Un sé social istantaneo e multiforme, un sé che vive nello spazio on line della media-morfosi e il sé classico non può essere cercato solo nell’interiorità: la rete ha creato una un nuono habitat, una sfera ibrida tra l’on line e il reale è lo human-tech-space https://www.ansa.it/pressrelease/lifestyle/2021/11/13/lo-human-tech-space-di-internet-come-singolarita-topologica_156c748d-76f4-4f39-b6e3-64a59e83213d.html inscindibile da noi e da cui non si può più prescindere 

-Noi non sempre comprensibili a noi stessi e incapaci di comunicare il sé
-Noi dominati da passioni ed istinti
-Fuggiamo dal mondo per orrore del vuoto e del caos: ci chiamano in causa.

  • I sogni nella filosofia della felicità, nella poesia e nella scienza

Domenico di Fatta retweeted e liked

-Senza desideri, speranze, sogni non c’è vita
-Come i poeti e i filosofi: solo stando tra le nuvole si è realisti
-I sogni abitano il caso e il caos
-Il sogno è l’enigma da decifrare e che aiuta a decriptare un poco il reale
-Ognuno ha dentro di sé i sogni di tempi lontani
-Vediamo solo nei sogni, essi vedono noi ed in noi vivo nel/per sognare
-Siamo i nostri sogni anche quelli ad occhi aperti
-Niente è l’essere umano senza sogni, speranze, prospettive, ricerca: vivere è desiderio, tendere oltre i limiti
-Ed anche nei sogni natura e verità amano nascondersi.
-Il sogno è ricerca del senso

  • Alla ricerca di senso

Ida Basile ha consigliato il tuo post:

-E se fosse in noi il bisogno di dare un senso agli eventi e trovare in essi un fine che non hanno?

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-Scontiamo sconfitte, ci interroghiamo inesausti in cerca di incerte risposte
-Cerchi le ragioni delle cose, le intenzionalità del mondo semmai ce ne sono: si può, sì, ma solo vivendo a ritroso
-E sono inesauste le domande che ci si pone sul senso degli eventi e delle cose
-La risposta non arriva e se, a volte, si manifesta è solo per nascondersi quasi non volesse rivelare i suoi segreti
-Nel mio cammino, senso non trovo e pur vo’ cercando
-Siamo consapevoli che è proprio l’intima essenza ad essere indeterminata e incostante e imprevedibile e fuggitiva
-Scoprire il senso del limite è l’esperienza principe e la propria essenza.

  • Il tempo

-Il tempo ci consegna il senso dell’esistere
-What ‘the time? It’s my time, my life
-La brevità rende i giorni ancora più cari nella memoria
-Il tempo che fa di noi ciò che siamo, non sappiamo, diventiamo
-Pensiamo e ci misuriamo nel/col tempo
-Dove vada nessuno lo sa, sappiamo che fugge e con noi, con ciò che siamo un attimo prima e sempre diversi dopo il tempo
-Il presente è il passato di cui siamo fatti e che guida le nostre scelte
-Lo spazio-tempo tra passato e futuro: l’attimo presente inafferrabile: la desideranza
-E scopri che il futuro è il momento che vivi: in ogni caso e in ogni modo e in ogni tempo abbiamo solo il nostro tempo
-Il tempo infinito dell’infanzia-adolescenza: inattingibile quindi eterno
-Estate come infanzia ed adolescenza: bellissime nel viverle e nel ricordo.

  • La Teoretica, la pratica, il pensiero e la mente

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Simone Accardo ha consigliato il tuo post

-La teoretica non può non riverberarsi con la pratica e questa con la prima
-E’ il tuo agire bene, il bello ed il buono
-La filosofia morale si applica alla vita comune e privata
-E ci riesce facile fare ingiustizie e difficile eliminarle
-E a volte siamo noi a scegliere le catene
-Si pensa solo in un modo: pensare altrimenti
-La forza del pensiero non conosce limiti

-Il pensiero:   
come la frontiera ha con sé l’inesplorato
impone spesso solo scelte nette
è il movimento e la memoria e le intermittenze del cuore

-La mano pensa, il corpo pensa
-Ricordare è costituivo del pensiero e delle intermittenze del cuore
-E’ della mente trovare i luoghi più impensabili e trasformarli in culla del pensiero
-E’ un’epochè della mente eppure senza l’esterno-il mondo non sarebbe possibile esercitarla.

  • I maestri

A Merisa La piace il tuo post

-Dona agli altri le tue conoscenze per non vivere invano
-I maestri parlano, ci parlano, ci interrogano: il dialogo non conosce soste: parlare di loro è far vivere la loro parola e nutrirsi della loro: è libertà gratitudine, privilegio: doni da custodire
-Il talento non vive inerte in attesa: chi pensa di avere talenti li esercita, crea occasioni: il fare incontra l’opportunità

  • Eraclito, Diogene e Aristotele

su Eraclito:

Il Πόλεμος governa l’interiorità e ci fa vivere
Il Πόλεμος governa uomini e cose e ne è governato
Il πάντα ῥεῖ, “tutto scorre”, sembra non valere per il peggio che l’umano persegue e si ripete
Diventi persona anche tramite rinunce e sconfitte e limitazioni

-su Diogene:

E pensare che ‘cinico’ ha un senso dispregiativo… invece niente di più vero e vitale sono le parole di Diogene per fare un uomo e un filosofo: raro è trovarli

-su Aristotele:

Quando tutto è stato già detto

  • Cartesio, Bergson e Bauman

-su Cartesio:

“Cogito, ergo sum” o “sum, ergo cogito”
“Dubito, ergo sum” è “sum, ergo dubito”
L’incanto del dubbio
Senza dubbio niente saremmo e, senza alcun dubbio, siamo certi del dubbio

-su Bergson:

Nel riso il vero, rido: dunque, penso

-su Bauman:

Bene il disaccordo solo se ogni differenza di vedute sorregga l’azione nel rispetto dell’altrui punto di vista: unica via verso nuove conquiste del pensiero

  • L’essere, il pensiero in Heidegger

Se è vero che “Ogni uomo nasce come molti uomini e muore come uno solo” pochi come Heidegger nascono per pensare e far pensare
“Se l’uomo è colui che può pensare” – per Heidegger- può anche pensare in modo inappropriato

  • Heidegger e il nazismo

Simone Accardo ha consigliato il tuo post

Molto resta di Heidegger, poco resterà delle letture sul suo filonazismo: il pensiero col/sul tempo è più forte di esse e saprà sopravvivere.

Heidegger ha pensato bene del nazismo o il suo linguaggio-pensiero criptico ed iniziatico (a detta di molti) induce all’errore?
Il concetto di ‘sradicamento’, in Heidegger, è riferito all’ebraismo non nell’accezione di razza, nazismo, comunismo, americanismo per Heidegger sono declinazioni della ‘tecnica’.
Taccuini heideggeriani di stile aforistico-nicciano riaprono, però, il tema dell’antisemitismo heidegerriano.

  • L’universo e noi

Tweet Filosofici @twittfilosofici

-How many roads must a man walk down Before you call him a man? Bob Dylan (Blowin’ in the wind)

Camilla_Staff‏ @camilla_staff

-How many roads must a man walk down before you call him a man and become wise and to realize that it is difficult to do? #Dylan direbbe meglio #NobelPrize @twittfilosofici

-La semplicità è difficile a farsi tra gli umani

Antonella Grimaldi ha consigliato il tuo post

-L’universo: una trama di vibrazioni di grani quantistici: varietà, bellezza e semplicità
-Su ordine razionalità si regge/muove l’universo e l’uomo ne scopre le leggi: l’umano ha volontà coscienza di sé
-La vita sulla terra è stata portata dalle meteoriti: l’uomo è della stessa sostanza delle stelle: è un granello di sabbia nell’universo è una stardust pensante e colmo di ὕβρις (hýbris)
-Se siamo fatti di vuoto – fisica dixit – se siamo piccole entità nell’universo e ‘gettàti’ nel vuoto e nell’abisso e dominati dal nulla allora è da qui che inizia il viaggio della/nella parola

A Mirko Spelta piace il tuo commento

-Non a caso i latini distinguevano tra homo e vir.

  • La physis e il logos

A Ildefonso Galli piace il tuo post

-E’ proprio della natura umana conoscere e costruire il sapere con la conoscenza e l’intelligenza osservando la natura
-Natura: fonte di interpretazioni del mondo: un discorso infinito
-La realtà è quella che sperimentiamo nel mondo macroscopico o è quella del mondo quantistico?
-Le cose sono come sono o come appaiono?
-Cos’è ed esiste ancora una realtà oggettiva?
-Le acque, le nuvole, le nubi, i sassi, nubi sono lì davanti a noi con una loro consistenza, forma, stabilità eppure cambiano e si trasformano: “non si può scendere due volte nel medesimo fiume” ammonisce Eraclito cui fa riferimento René Thom a proposito di teoria delle catastrofi https://frame-frames.blogspot.com/2022/11/la-teoria-delle-catastrofi-quantistica.html?m=1

  • L’ententaglement e la crisi dei fondamenti

-Un elettrone non è conoscibile prima di essere misurato: “lo stato che si misura non è preesistente ma è creato nella misurazione” (Faggin) è senza alcuna spiegazione il fenomeno della ‘non località’ per cui una particella conserva lo stesso valore di un’altra, cui in un primo momento è correlata, anche quando si allontana ovvero viene a trovarsi ‘distante’ in un altro spazio

-L’entanglement quantistico, pertanto, è paragonabile all’indecidibilità del teorema di incompletezza di Gödel in matematica: a ricordarci che la crisi dei fondamenti è più che… profonda anche in fisica

-Sic stantibus res c’è da chiedersi che ne è della concezione e definizione di spazio-tempo: tutto è rimesso in discussione, di “doman non v’è certezza” (sempre col poeta)

-La scienza non è esatta: si approssima al vero che si sposta un po’ più in là del punto di arrivo: è imperfetta
-La scienza non pretende domande sul senso della vita anche se ne ricerca cause origini: ha uno statuto differente

-C’è la lezione di Heisenberg: ad un mondo che vuole ridurre tutto a calcolo, tecnica e classificazioni va ricordato che l’umano è ancora non misurabile o riducibile a calcolo: l’umano è singolarità e come sostiene Federico Faggin è irriducibile https://frame-frames.blogspot.com/2022/10/irriducibile-di-federico-faggin.html 

  • La verità

-Si torna alla verità solo dalle radici: pensando
-E sia il credere che l’aver ragione mutano coi tempi
-Mancano le certezze illuministiche: non sono più possibili
-La falsificazione o più modestamente l’errore è fonte di verità che può poi essere ancora smentita: ci si avvicina ad essa per approssimazione
-Le verità amano gli spazi topologici: multiformi, imprevedibili

  • Il nihil e la truth

Il trionfo, ennesimo, del prefisso post, già quest’estate apparso sul NYTimes, ha avuto la propria consacrazione sul primo Dizionario ovvero l’Oxford e declinato in inglese può impedire di ricordare che ‘nihil sub sole novi’ anche la post-verità o meglio la post-truth.

La politica, meglio il suo esercizio, da tempo immemorabile abita lo spazio scenografico e che lo spettacolo abbia un proprio linguaggio e che ‘the show must go on’ è un fatto.

Un fatto? Cos’è un fatto? E per chi un fatto è un fatto e per altri è un’opinione?

Voler, poi, ragionare in termini di vero/falso con gli strumenti di ciò che resta del logos è un vano tentativo che regala regolarmente lo spalancarsi di uno spazio incommensurabile tra il pensiero sulla politica e il suo esercizio di potere ed interessi tesi a conservazione e dominio.

Il bel titolo di giornale del NYT ci fa capire, tutt’al più, perché i sondaggi sbagliano e che va riconosciuto al meno per la verità, in verità, a Nietzsche “qualche” merito.

  • Il giusto e il conveniente

-Il giusto/l’ingiusto ha anche un’accezione e valenza sociale sia pure impallidita nel mondo della post-truth
-Nuova virtù: pensare nel mondo ove impera il post dalla ‘verità’ alla politica: un nuovo inizio e una sfida: vale il ‘cum grano salis’ e il disincanto in questi tempi.
-Mediocrità e furberie imperano anche nei tempi del sapere
-Qui ed ora pare finita la carità, aumentano i profeti, impazzano lingue impoverite e il rifiuto di conoscenza e saggezza
-Prevale il conveniente ed oltre ogni limite.

  • Il pensiero e la poesia

-Qual è l’oggetto della poesia? E’ solo intuizione-emozione-sentimenti?
-Si può ancora parlare di poesia-non poesia di pseudoconcetto-fenomeno-pura-empiria, in fondo di un metodo tassonomico che separa la poesia dalla ‘purezza’ del pensiero filosofico?
-In cosa il discorso poetico si differenzia da quello scientifico e/o comune e se è abitato da una sua propria logica e quale?
-Il discorso epistemologico può dar conto del far poetico? E in modo esaustivo risolvere in esso l’universo-poesia?
-E’ in questo ‘spazio intersecante’ i due mondi che nasce la poesia con la sua ‘cifra’ che dice il non-detto che supera l’indicibile nel dargli voce
-L’indecidibile matematico: qui l’immaginario dialoga con l’ente numerico e qui s’esprime la ‘singolarità’ della poesia.

  • Il realismo

Domenico Demichelis ha consigliato il tuo post

-Siamo spettatori sempre più disincantati: ed è già una resa
-Il realismo ha nobile lignaggio, è del discorso filosofico e del senso comune: è realismo, nel senso che le si vivono come tangibili nella mente, anche l’immaginazione e la creazione di mondi dell’interiorità che vengono condivisi con gli altri a riprova che sono esperienze comuni
-Il realismo – hard – vuole la luna reale e al di là di noi, infatti è rimasta lì anche in assenza dei nostri antenati, è un fatto che la luna esista nel nostro farne esperienza.

  • IL LINGUAGGIO E LA FILOSOFIA DELLA FELICITÀ NELLA POESIA E NELLA SCIENZA

Simone Regazzoni liked

-Sarebbe bello vincere senza andare in guerra: coi discorsi

Tweet Highlights Top Tweet

-La parola ha anche un significato personale che deriva dal vissuto
-Parole che non salvano: segreti vanno gli uomini
-Non è balsamo la parola
-Risuona la parola ed io l’ho ascoltata
-E’ un vagito la nascita della parola diventa fraseggio, ricamo: narrazione
-La parola crea multi-universi, mondi
-Respiri di uomini e cose la vita è parola, la poesia è vita
-Appena la mente torna dai sogni cerca parole per farne storie trova le parole
-Parole incise con lo stilo delineano visi e vite che abitano un paesaggio e diventano persona/e
-Le parole uomo libertà sono tutt’uno come è tutt’uno il costo, sempre alto, dell’essere liberi.

  • La scrittura

Antonella Grimaldi ha consigliato il tuo post

-Guardare, osservare, scrutare e quasi vivisezionare cose, persone e il flusso di vita: è proprio di chi scrive

Livio Gambarini‏ like

-Niente di meglio di tweet che necessita di riflessione, concisione e labor limae
-Creare mondi di segni ed echi e tessere fili invisibili
-Iniziando a scrivere, ti fermi: senti la voce della pagina e cerchi la tua: voci dominanti
-Il soggetto “che tutto move” diventa ed è nella scrittura eppur è un soggetto intersoggettivo: è ‘l’altro da sé’, è nel farsi voce che ci si predispone al dialogo, a diventare uomini (perché non lo siamo ancora) nella storia sospesa tra profondi abissi ed inattese rinascite

Marco Stancati‏ @MarcoStancati

-Gli aggettivi si distinguono in qualificativi, determinativi e (nell’era delle intercettazioni) probatori #sapevatelo

Marco Stancati‏ liked your reply

-Anche inqualificabili @MarcoStancati
-E’ il punto: chiude il dire per continuare a dire precisando la punteggiatura.

  • La lettura

A Simone Regazzoni e Annamaria Licciardi piace il tuo commento

-Un libro come gli umani, i paesaggi, le città, la memoria è anche tempo e suoi segni: la carta dei libri ne è prova, per non tacere dell’odore e del colore
-Il linguaggio nasce nella contaminazione con la ricerca filosofica: trama, azioni, pensieri, lo stile e il fine dell’opera sono tesi a produrre piacere per Aristotele
-Leggendo sei tu a dargli un senso in più: il tuo, a fargli vivere più vite: e il contenuto si trasforma e diventa ‘altro’
-Meditare, rimuginare è leggere e scrivere insieme
-Tutto è stato scritto, ascoltato, pensato? Forse e in un certo senso sì
-Si può e si deve pensare il pensato e ascoltare la parola sia essa del salmo, del filosofo, dell’uomo di cinema e del giornalista.

  • LA POESIA

PoesiaèVita retweeted you

Mitì Vigliero, Roberto R. Corsi, don Carlo De Marchi, ziomau liked your tweet

Top Media Tweet

-È ancora possibile la poesia? Ora che “Abbiamo fatto del nostro meglio per peggiorare il mondo”
La poesia eterna la terra, il paesaggio: identità, sogno e ricordo

  • Il canto

Pierpaolo Orlando ha messo mi piace

-La poesia: utile al pensare, dilettevole perché allevia e nutre

Pierpaolo Orlando ha messo mi piace

-Il canto allevia e consola i passi e le fragilità
-Tra l’indicibile e l’indecidibile c’è il canto
-Trovo e canto il nulla: senso di vita
-Il canto nasce, vive nella/di solitudine

PoesiaèVita liked and retweeted your tweet

-Come fiore di cappero radico, d’oro e nuda, la pelle: marea l’intride di rose conchiglie e legni medusi: levigo l’attimo
-Vivono le cose di nulla
-Nella radura, vivo il limite, la duréé
-Una rosa è una rosa: è di per sè, è senza perché
-Indugi, seduci, assenti l’eterno
-Abito il margine di vita: come assenza in-quieta provo la fuga, come ape col girasole: non trovo il varco: l’ombra mi doni
-Abito il non luogo, la perdita, il viaggio
-Allestivo il tempo dei sogni andati: il bello era negli spazi imperfetti della mente
-Spostavo desideri perché è l’attesa, è il desiderio che desidero
-Scivola il giorno nel ronzio di api, bisbiglio di bimbi e scintillio di mare
-Un suono un’eco lontano: l’istante
-Dimmi la parola, ri-vela il segreto che salva
-Dimmi dove nascondi il sorriso che io possa cercarlo, non trovarlo e vederlo apparire inaspettato
-L’autunno ti coglie di sorpresa come un abbraccio.

  • Il verso

-Lo stupore è del verso che sovrasta il caduco e apre a dimensioni non ancora narrate
-Il verso porta con sé domande e dubbi nei dialoghi che il poeta intreccia con il vivente e coi gesti quotidiani
-E noi qui a leggere ed ascoltare: la vita è nel verso
-Il verso si fa rifugio di tempi e voci e incontra il nulla
-Imponderabile è il verso: scompiglia il vuoto e il baratro da cui si erge poesia
-Tesse i ricordi, il verso: osmosi di vite perdute eppur mai perdute: intessono ancora di sé il tempo di chi scrive e si fanno canto
-Non tutto comprende e racchiude il verso: l’inesprimibile sovrasta: è la ricerca dell’infinito in ogni segno: e, come ogni desideranza, la ricerca è inesausta
-Mondi segni echi: d’invisibile
-Continua, tu luna, a parlarci ed interrogarci
-Il suo segreto e l’in-canto della ginestra
-La nebbia come velo sul reale
-Gli dei che erano fuggiti dagli umani li intravedi nei versi tra le sere calde d’estate, nei profumi del frantoio e dei gelsi, fluttuano nei mari e con antiche cetre accompagnano il canto: un’epifania.

  • Le luci

VentagliP e @Claudy_81c liked and retweeted your tweet

-Luci inondano il volto e nascondono il tuo sorriso

Merisa La e Riccardo Rollo piace, VentagliP liked and retweeted your tweet

-Ogni mia alba ha altre albe che sono state e sono ciò che io sono
-La luce inonda la stanza, annulla il tempo: l’altrove
-Lucea il giorno e la speme
-La vita è intermittenza di luce e buio: attese.

  • La poesia e la musica

-La poesia dissemina luce
-La musica per Giacinto Plescia https://www.giacintoplescia.it/musica-e-filosofia/ permea uomini e cose: il suono viene prima della parola ma è la parola che si fa suono nel fare/farsi poesia
-Resta solo un suono, un’eco lontani ma prossimi: ancora sanno dell’istante che la poesia eterna
-L’equilibrio origina nei punti di intersezione tra le pause del movimento come nella musica
-Come la musica conosce le sue note-ritmi-cadenze ovvero modi suoi propri di espressione così la metrica è innervata alla parola che è suono
-C’è della musica nelle parole e non sempre l’ascoltiamo in un mondo pieno di rumori
-La musica della/nella parola diventa storia che unifica passato e presente
-E’ del poeta la ricerca della nota che dia una cifra ‘altra’ perché si sa i segni sono quelli: farli suonare e risuonare è la scommessa che l’autore fa propria
-Così come le note sono mezzo princeps di composizione-esecuzione, la lingua è codice-comunicazione-privilegio del sapiens e sua conquista.
-La poesia mitiga il nulla e l’angoscia con l’ascolto

  • L’immaginario

-Senza immaginazione la realtà è insopportabile
-Vive l’immaginazione: attraversa mente e anima e di loro si nutre
-Nell’indecidibile, l’immaginario s’esprime con la ‘singolarità’ della poesia
-L’ascolto e le visioni cerca l’uomo e il poeta massimamente.

  • I poeti

-Una canna che pensa è l’uomo ed il poeta lo sa e lo canta

Il poeta:
non è padrone delle sue parole: il suo lavoro predispone al sogno altrui
piega le immagini oltre lo spazio riflettente e ne dilata ogni piega e ne fa voci e risonanze
cammina su un filo di luce
fa suo l’in-equilibrio e si schiude ad un passo da nuovi mondi
per molti, si arrovella nel suo egoico mondo fatto di ricordi-dolori-sentimenti e lontano dai problemi della polis mentre i lirici hanno parlato del loro tempo meglio di ogni trattato sociologico-politico

-Il mondo è indifferente, assiste mentre il poeta offre agli dei i suoi versi: loro sanno l’eterno e ridono degli affanni umani e risuona la loro sapienza a conforto dei silenzi.

  • I silenzi

-Ascoltar silenzi la sera
-Parlar con i silenzi
-Tutto tace e parla e si parla nel/col silenzio
-Chiari freschi dolci boschi abitati da silenzi e pensieri
-Silenziosi colloqui che la poesia nutre e ci nutre.

  • I luoghi, i non luoghi e gli sguardi

-Qui, in poesia, vige la metafisica dei luoghi non-luoghi
-La superficie del mondo è profonda e gli occhi del poeta ci conducono nelle molte dimensioni che si nascondono ad uno primo sguardo
-Uno sguardo sull’altrove, i non-luoghi, i giorni non voluti alla ricerca della “parole perfette” e scoprire “porte chiuse e senza chiave” e intravedere”.

  • La mente e i ricordi

-La mente, lo sguardo e il verso restituiscono un passato ancora e per sempre vivo
-E cercherai i tanti sentieri: tornano solo nella mente: vivi
-Uno scavo denso e leggero da cui riemergono momenti e figure che mai hanno abbandonato la mente
-Il sole, panni stesi: i cappelli al vento: nascondi il tuo sorriso, mamma.

  • Il dono

-I colori delle uova di Pasqua: il dono nell’aria nuova accompagna i giorni, mamma
-Una scoperta di sé ed un’apertura nel/del mondo: l’aquilone libero nel vento è il dono
-Bagliori e cenni di vita, colti nei momenti in cui accade l’evento, sono custoditi dal poeta e dati in dono a chi legge.

Giovanni Angelillo e Simone Accardo ha consigliato il tuo post

-In quanto umani e proprio per essere compartecipi dell’umano con i grandi, abbiamo a che fare con loro pur restando noi stessi

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-L’infinito di Leopardi: vertigine della poesia
-Leopardi ci ricorda il nulla e le sue parole annullano la noia, il tedio
-La tenacia e la perseveranza e l’umiltà della ginestra di Leopardi è la consapevolezza dell’uomo
-La poesia trova il mondo ed Emily lo sa: la vive, la dice: ci parla
-Molti usano dire in forme simili alla poesia il vissuto e la riflessione sulla vita: è bello farlo e farlo come meglio si riesce
-E ci sono i poeti, i romanzieri, i pittori che danno anche una svolta alla forma-poesia-romanzo-pittura e/o i dilettanti di tutto questo
-Nessuno può pensare di definirsi in proprio artista, compositore, poeta, romanziere: sono altri e la storia a dire la differenza tra dilettantismo e poesia o canzonetta

-E dopo Leopardi ed “i grandi” – tutti – non potrò mai pensare di scrivere una poesia o qualunque altra cosa. Come in Montale senti Giacomo o Gozzano. Non si può non vivere in loro. Le figure, le negazioni, il paesaggio perfino: i limoni e il varco: archetipi. Pare che solo un bimbo, un cretino o un poeta scrivono poesie Naturalmente ti senti appartenere ai cretini E poi scrivi, dimentichi, non ti paragoni e scrivi Poesia o non poesia: il dilemma non lo sciogli Anche tu scrivi: anche tu tra loro.

  • I colori

-Il pensare e il sentire e parlare è dell’umano (in forme differenti attiene anche al mondo vegetale e animale) anche il pittore usando colori e disegni parla ed esprime il sentire
-Sapori, colori, sogni di allora sono qui accanto nel verso e nella vita
-Dissolvenze, colori, immagini, frammenti di vita scuotono il verso e la mente
-E “ognuno colora” a modo suo mentre “fugge la sabbia tra le dita” riflessi di tempo e tempi che accolgono la vita e che dice il poeta “ancora mi parlano”
-Campiture di parole accompagnano voci e gesti e visi e il vento e il sole; un flusso ininterrotto ed avvolgente radica l’autore negli azzurri-rosa-bianco-ocra che abbracciano campi, città e paesi del poeta e di ognuno di noi
-Immersione nelle luci ed assoli estivi nei canti di cicale e voli di gialli-rosate farfalle che nei crepuscoli raggiungono le rocce inebriate dai profumi del mare mentre il pino secolare scandisce ore e giorni.

  • I classici

Edizioni Croce ha consigliato il tuo articolo

-Siamo tutti greci

Livia Valerio retweeted and liked your

-Cantami, scrivimi un tweet un post, fatti vedere su istagram, dimmi se ti trovo su you tube soprattutto donami la tua sapienza oh Grecia madre

-L’albanese ha i casi dal nominativo all’ablativo, tra i modi: l’ottativo l’ammirativo (sic) che esprime dubbio, sorpresa, ammirazione. L’albanese dal nom. all’abl. ottativo e ammirativo (dubbio). Moltissime parole sono simili al greco es. chora=paese, città e kkhion che ricorda il κυκεών

  • I social e i classici

-I classici non si smentiscono mai, neanche nei social

Andrea Marcolongo‏ liked

-Quando l’amore per una lingua, un popolo, una civiltà è vero, parla le lingue del mondo #lalinguageniale

Andrea Marcolongo e Michela Salaliked liked

-Una lingua geniale senza confini
-Il greco: la lingua, una lingua: mille popoli: la civiltà
-Ai grecisti il compito di sviscerare “La Lingua Geniale” di A. Marcolongo, con la necessaria acribia, a chi legge l’intermittenza di cuore che dà la lettura di una passione personale ed un’avventura intellettuale che diventa di tutti

Editori Laterza‏ @editorilaterza

Un anno fa usciva questo libro ‘geniale’, ancora oggi in classifica. Grazie, cari lettori. E grazie ad @AndreaMarcolong #LaLinguaGeniale

Andrea Marcolongo‏ @AndreaMarcolong

Mai immaginato nulla di simile… greco, 29 anni (ora 30), 365 giorni in classifica, 20 edizioni e traduzioni in tutto il mondo. Oggi piango!

Andrea Marcolongo‏ ed Editori Laterza‏ liked

-E’ merito…@AndreaMarcolong @editorilaterza

  • L’eroe nella classicità e nel contemporaneo

Andrea Marcolongo liked

-Guidare la propria nave, condurla ad un porto sicuro è il desiderio di ognuno, gestire l’imprevisto, l’ignoto e non farsi sopraffare dalle avversità è la ricerca di senso che muove gli umani
-Il canto ha trasportato fino a noi l’impresa di Giasone ed è vera forma di eternità

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-L’eroe è per definizione fuori dagli schemi, oltre ogni immaginazione compie gesta eroiche: pare un ossimoro il titolo: questo è il suo bello; sensazioni: forse l’est modus in rebus vale anche nell’atto eroico?

  • Ulisse e Giasone

Antonella Grimaldi e un’altra persona hanno consigliato il tuo articolo

Il viaggio come ricerca di senso, il ritorno, la riuscita di un’impresa lega Ulisse e Giasone: le differenze ne” La misura eroica” di Marcolongo https://www.raicultura.it/letteratura/articoli/2018/12/Andrea-Marcolongo-gli-Argonauti-eroi-come-noi-d75bbf55-2b22-4901-87ee-260fdc638eda.html

Il titolo suggerisce degli spunti (forse non attinenti al testo: un motivo in più per leggerlo).

L’autrice dimentica Ulisse, vuol parlare di un altro eroe nella sua ricerca di senso: in comune tra i due miti c’è il viaggio ed il ritorno, la riuscita di un’impresa e l’immortalità conseguita. Abbiamo forse bisogno di eroi contrariamente ad una nota vulgata? Ed è questo un tempo per e di eroi?

  • Sull’eroismo

C’è un eroismo silenzioso di vite comuni e sconosciute che mai hanno una ribalta o i famosi cinque minuti di pubblicità. C’è un eroismo fatto di umiltà, di tentativi di correggere la rotta della propria nave che non sempre trova venti favorevoli o forse il bravo nocchiere.

Guidare la propria nave, volerla condurre ad un porto sicuro è il desiderio di ognuno: gestire l’imprevisto, l’ignoto e non farsi sopraffare dalle avversità è qui il senso che cerca Marcolongo come tutti noi. Ma Giasone, se avesse potuto, avrebbe usato i social per documentare il suo viaggio con twitt, post ed istagram: il canto ha trasportato fino a noi la sua impresa più di ogni altra tecnologia.

Solo la poesia eterna gli eroi.

Andrea Marcolongo

Grazie Camilla, a presto!

  • TOP FOLLOWER

Elisabetta Sgarbi @bettywrong Follows you
@camilla_staff contenta e molto di seguirci @bettywrong buon proseguimento e buona navigazione con #lanavediteseo

Jacopo Veneziani‏ @JacopoVeneziani

Con #laprimaparola, giochiamo ad annotare le nostre prime impressioni di fronte ad un’opera d’arte. Oggi, vi chiedo: Qual è #laprimaparola che vi viene in mente osservando l’ermetico ritratto del giovane uomo dipinto da Giovanni Battista Moroni nel 1567 (@La_Carrara)?

Jacopo Veneziani, laura vinegar e paolo ignazio marong like your replay

-Ti guarda quasi volesse chiederti o scoprire qualcosa di te

  • TWEET HIGHLIGHTS Top Tweet

Anita Raja @AnitaRajaStarn

Apro questo profilo Twitter e presto lo chiuderò. Sarò qui solo per il tempo necessario a spiegare.

Vorrei solo chiedere, ora che la curiosità che durava da anni è stata esaudita, di lasciarmi vivere (e scrivere) in pace.

Ritengo volgare e pericoloso il modo in cui si è voluti arrivare a pretendere di svelare un’identità violando privacy e regole. Ma pazienza.

Camilla G. Iannacci‎ a Michele Cortelazzo

Prof. Ch.mo Michele Cortelazzo crede che il silenzio ostinato di Starnone (intervistato-inseguito a Mantova) e Raja siano il classico no-comment che afferma?

E questo giallo non è durato abbastanza? Il lettore ha diritto e bisogno di sapere chi è l’autore ancor più se così amato.

Michele Cortelazzo a Camilla G. Iannacci‎

Io credo che il silenzio per Raja e Starnone sia l’unica soluzione possibile. Ma Starnone ha ripetuto dogmaticamente il mantra, scandendo: “Non sono Elena Ferrante”. Potremmo assumere per vera questa sua affermazione, dicendo che è il suo editor. È una battuta, ma potrebbe avere un fondo di verità.

  • Scritture brevi

Francesca Chiusaroli‏ @FChiusaroli

Tornate quando sarete capaci di non confondere “in fondo” con “infondo” #grammatica #scritturebrevi

Francesca Chiusaroli retweeted liked your replies

-Non andare al fondo così, in fondo è fondamentale infondo #grammatica #scritturebrevi @FChiusaroli

Camilla_Staff‏ @camilla_staff

-Senza la parola in fondo la vita non infonderebbe che tristezze (che non mancano) @FChiusaroli

Camilla_Staff‏ @camilla_staff

-Volevo, infondo, giuro, infondere solo un sorriso con il gioco di parole @FChiusaroli

Francesca Chiusaroli‏ @FChiusaroli

infondo infondo anche io @camilla_staff

retweeted liked your reply

Francesca Chiusaroli‏ @FChiusaroli

non mi in fondi coraggio @camilla_staff

Grazia Calandrone@MGCalandrone

perché quando succedono cose orribili le chiamiamo ‘realtà’, ‘bagno di realtà’? perché siamo programmati per immaginare che ‘le cose belle’ non siano ‘reali’? cosa ci induce a questa deviazione? (la risposta la so, ma m’interessa di più porgere la domanda)

A M. Grazia Calandrone piace la tua risposta

-crediamo siano effimere come succede tante volte che siano, questo genera inquietudine; riteniamo anche che il bello e il buono accade poche volte forse perchè siamo ancora ‘programmati’ emotivamente su un antico feroce passato @MGCalandrone

Grazia Calandrone‏ @MGCalandrone Messaggio Diretto In risposta a @camilla_staff

o perché temiamo che il bello ci abbandoni

Retweeted e Piace a Calandrone

solo a volte, per caso eppoi sembra decida esso dove andare @MGCalandrone

Retweet Mi piace

Grazia Calandrone@MGCalandrone a @camilla_staff

però a volte ti salta addosso e allora no, non puoi più fuggire

  • La scuola

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-Di questo passo: ancora più retrò la rivoluzione francese o Aristotele o il discorso sulla democrazia in breve la storia: facciamoci un tweet e va bene così: bisogna studiare

Fabio Menga ha consigliato il tuo articolo

-La mia scuola
E solo l’atto educativo, il contatto face to face crea strumenti empatia e passione per, poi, poter decifrare la realtà

Grazia Calandrone liked
-Solo la scuola crea mondi possibili e tu li porti con te per tutta vita e a volte vivi l’estraneità con il mondo reale

Michela Marzano‏ liked your reply

-Mancano gli studi sempre ma soprattutto a chi non ha potuto terminare gli studi @MichelaMarzano

Cristina dell’Acqua‏ liked

-La scuola non è azienda: non un veicolo per il mercato: è conoscenza, sapere, comunità
E’ da anni ormai che si perseguono politiche che vedono il trionfo di competenze-professionalità-obiettivi raggiunti. non c’è più spazio per il riassunto, il tema etc con tanto di riduzione a 4 anni di studio, l’alternanza scuola lavoro è stata poi l’apoteosi

A Simone Regazzoni piace il tuo commento

-Come rimediare allo sfacelo perseguito ostinatamente con ‘riforme’ su ‘riforme’ è il problema dei problemi ormai: l’opposizione dei docenti non serve a niente e il degrado imperante non spinge le task force ministeriali a fermarsi, riflettere, ascoltare chi vive l’ambiente educativo e ha molto da suggerire: hanno paura di cambiare

A Simone Regazzoni piace il tuo commento:

-‘raffinatezze’ ministeriali: cultura…

  • La storia

A Mauro Canali e Gilberto Avenali piace il tuo commento

-Ch.mo Prof. sono d’accordo sulle Sue valutazioni su avvenimenti su cui vale lo sguardo a distanza ma non per questo lontano dello storico, credo che il termine indifferenza voglia significare appunto “ci siamo riscattati con la guerra civile e patriottica dalla viltà ed efferatezza e abbiamo valutato superando con la democrazia quella pagina: pertanto non abbiamo paura di esercitare la pietas con questo ‘ritorno’: non siamo indifferenti nel senso che siamo differenti e abbiamo un’attenzione costante per la salvaguardia delle conquiste fatte

  • Top Follower

paolo mieli

Rai Storia‏ @RaiStoria

Nella #GiornataDeiGiusti ricordiamo Gino Bartali, il Giusto nazionale. Combattivo, schivo, lunatico, ha la fede per superare qualsiasi salita. Oggi a #PassatoePresente alle 13:15 @RaiTre e alle 20:30 #RaiStoria @PaoloMieli Che memoria avete voi di quest’uomo

paolo mieli liked

-Un giorno l’incontrai in V. le Europa a Firenze, parlava con un amico aveva in macchina del vino e gli chiesi un autografo: mugugnò ma firmò su una fotocopia di un dipinto che avevo con me: lo ricorderò sempre #Bartali #GiornataDeiGiusti @RaiStoria, @RaiTre @paolomieli

  • Storie

Anna Rachele Landi retweeted e liked, enrico colosimo e Connie liked

-A mio padre che, da piccola e per tutta la vita, mi raccontò della guerra: imprigionato dai tedeschi a Cefalonia nel 1943 deportato in un campo di concentramento Germania e liberato, nell’aprile 1945, dalle truppe americane

Mirkofiguccia liked

-La storia: la grande dimenticata

TWEET HIGHLIGHTS Top Tweet

@UNESCO @UN quando adolescente ho fondato un #club #UNESCO for #peace, democracy, justice, human rights & dignity for all Happy #UNday #UndayClubUnesco.

  • SOCIETA’

Irene Galifi e un’altra persona hanno consigliato il tuo post

-Si ha nostalgia della gravitas… la frugalità è difficile a farsi: ci manca
-Senza passioni, la polis si consegna prigioniera a poteri incontrollati
-Siamo molto distanti, ad osservare il mondo politico, da quanto scrive Aristotele nella “Politica” eppure è proprio questa distanza che va eliminata e, intanto se attenuata, come inizio sarebbe – di per sé – una svolta perché “la polis è una forma di comunità costituita in vista di un bene” e “Tà politikà ovvero “gli affari riguardano la città” e non le conventicole che se ne sono impadronite

  • L’azione sociale e la Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza

-Il mondo della vita è azione
-Quanto nell’azione sociale ed interpersonale incidono le motivazioni inconsce e la sfera dell’interesse personale, i condizionamenti dati da forze esistenti e contrapposte e le stesse interpretazioni dell’attore?
-Molti intellettuali dovrebbero essere fuori dal coro inneggiante il potere-potente di turno: farebbero del bene anche ad essi
-Manca un impegno diretto dei filosofi: una volta erano organici e qualche danno di allora rende restii tanti; il fallimento è a carico della finanza e le colpe sono della politica che è venuta meno al proprio compito: governare gli eventi e fornire risposte
-L’assenza dei filosofi è voluta dalla politica, non sa che farsene dopo anni in cui se ne è servita anche in malo modo: ora non è più tempo di belletto ma di pensiero-azione: ne sentiamo la mancanza e la necessità

  • La polis e la libertà

-Il calcolo domina e assoggetta la politica che ne diventa subalterna: c’è bisogno di nuove narrazioni
-Il politico o meglio le prassi politiche, in continuazione nel loro farsi e/o solo a tratti pensarsi si riducono a puro esercizio di forza: qui trovano nel contempo linfa vitale e i limiti con esiti esiziali: la filosofia del/sulla politica diventa privilegio di chi la pensa e vive la separatezza
-La libertà non è riproducibile, verificabile in esperimenti di laboratorio e non è misurabile: è incomparabile ed incalcolabile: è proprio in questo la sua forza e consistenza: nel suo esercizio o impedimento la sua necessità

  • Ragione e tradimento

-Dalla ragione in Europa nacquero dittature feroci e guerre: ancora ce ne interroghiamo speriamo resti la progettualità, l’immaginazione e che subisca un’evoluzione antropologica-culturale
-La figura del tradimento ci è conosciuto: in ogni momento di vita siamo messi alla prova: di tener fede prima di tutto all’esperienza di ciò che è umano verso l’altro e noi stessi
-Ci è più facile e quasi ci riesce ‘naturale’ dimenticarlo: l’essere umani è difficile
-Impera solo la pratica, meglio la praticoneria che raggiunge l’apice nella praticologia
-Bisogna essere don Chisciotte oggi e sempre: come evitare l’autocompiacimento se non si incide sulla trasformazione del reale?
-Change, please: non se ne può più della parola cambiamento: è tutto un ‘change-change’: è un’onomatopea e sembra una chiacchiera e, per l’uso che se ne fa, lo è

  • Individuo e socialità

-Sui luoghi di lavoro il tu è deleterio: instaura o un rapporto di falsa amicizia (nella persistenza dell’assimetria di ruolo-poteri-saperi tra i capi e il subalterno)
Accade di peggio tra pari l’invadenza più bieca, l’annullamento dell’individualità e singolarità che sono un limite invalicabile e reciproco tra le parti (o dovrebbero essere). Intollerabile il rapporto: è il tu che il padrone dà al maggiordomo nei film: oltre il rapporto servo-padrone conferma le distanze nel mentre si cerca ‘l’intimità’. Personalmente ho rimpianto il lei che si dava tra colleghi: stabiliva quel limite forse formale che faceva percepire l’altro da sé e ti limitava negli eccessi: una zona di vita da non oltrepassare se non accettato dall’altro.

  • INTERNET, I SOCIAL E LA FILOSOFIA DELLA FELICITÀ NELLA POESIA E NELLA SCIENZA

-La rete trasforma, trasmuta l’universo concettuale e valoriale del discorso sulla Filosofia della felicità nella poesia e nella scienza infatti vi si vive paura di essere solo un flusso di tweet immersi in flussi di bit, di essere indistinti e non singolarità come siamo
-Il selfie è oltre il narcisismo e dimentico del “cogito, ergo sum”
-La tecnologia è un dominio, tanto più lo si governa quanto più lo spirito critico viene esercitato in attesa di un cambio di rapporti di forza
-Intanto è un’epoca che crea simboli: dalla tecnologia ai contenuti di essa e, in secondo luogo, pone il problema principe: il protagonismo
-L’universo digitale, viene ignorato in termini di riconoscimento dei contributi o passato in secondo ordine

  • Il dominio della tecnica 

-Domina il post-naturale tra tecnica e devastazione dell’habitat
-Il dominio assoluto dei padroni dei big-data diventa simbolo di questi tempi che creano asimmetrie
-Messaggi dominanti infatti sono ideologie e fedi al cui cospetto lo spirito critico cede il passo e si annulla nel mentre si autoesalta
-La prevalenza di immagini musica, link, ideogrammi come gli emoji che viaggiano sul telefono fanno del mezzo quasi un ancella della rete, il telefono ha cambiato natura e funzione originarie ovvero la trasmissione della voce
-Il telefono è ormai un occhio con cui vediamo la realtà, l’uso delle riprese in diretta con cui si testimoniano gli eventi spesso vanno a scapito del buon senso e di quel riflesso che ci spingeva a chiedere aiuto nelle emergenze con una telefonata: oggi si riprendono anche scene violente dimentichi di dare solidarietà concreta alle vittime con una telefonata di soccorso

  • Massa e tecnica

-Come il passaggio dalla penna alla tastiera ha cambiato la mente, ora internet ha cambiato il telefono e il nostro essere e stare al mondo
-I nuovi strumenti di partecipazione attivati dalla rete, sembrano esaltare la democrazia diretta, formano e condizionano il dibattito, la vita di ognuno e dei partiti politici
-La massa si è trasformata in pubblico di cui si monitorano idee e comportamenti: la rete se è partecipazione attiva-diretta, o d’impronta – per così dire – conosce, nel contempo, figure carismatiche totalizzanti che espungono da sé il contraddittorio 

  • Le nuove elìtes

-Si notano forti poteri economici-proprietari esigenti; la società liquida tende a forme di cristallizzazioni e costellazioni di micro-macro poteri cui si delega la rappresentanza
-Si pone la necessità di individuare in che forme è presente la tendenza oligarchica e di formazione di elìtes nell’ambito dei nuovi strumenti di formazione dell’esperienza, del knowledge, della coscienza, del concetto stesso di democrazia e del ‘senso’ che generano i social
-Voci, pensieri, leggerezza, suoni è la radio: qui l’io, il tu, diventa noi

  • RECENSIONI SU CAMILLA G. IANNACCI 

Simone De Crescenzo:

Poche righe, frammenti di conversazioni, per raccontare il lato più intellettuale di facebook. Un’idea allo stesso tempo originale, semplice e geniale

Luca Giliberto:

Quello che colpisce maggiormente è come l’autrice sia stata in grado di rendere complementari il linguaggio del web con i mondi della letteratura, della mitologia e della filosofia, letti in chiave moderna e leggera.

E questa rivisitazione ha definitivamente, e lo scrivo senza esagerare, i linguaggi dei social network.

E’ un libro non bello, ma di più

Prof. Vittorio Di Paola:

Opera molto meritoria dell’autrice che prosegue nella sua ricerca su cosa sia la poesia rapportata, per esempio, anche alla musica.

Ci vuole sensibilità, solido background culturale e tanta passione per immergersi in riflessioni di questo tipo.

C’è un’osservazione triste ma verissima che da sola vale il prezzo: “Il poeta offre i suoi versi in pasto agli dei mentre il mondo assiste indifferente”

Complimenti, dunque, a Camilla Iannacci!

P.S. Mi ha fatto piacere ritrovare in questa pubblicazione un mio commento espresso riguardo a un’altra opera dell’autrice “Luoghi”

Cira Aiello Sibilla:

Elevazione allo stato puro Un elogio al poeta… E si eleva sublime il canto che tutto vive e si addentra. Poesia nella poesia, descrizione introspettiva di un viaggio attraverso l’elevazione dell’anima.

La magia nel dar essenza a ciò che è statico. Anche le pietre parlano, tra mura fredde emerge il sapore delle radici, e rinascono i prati in fiore, mentre gli Dei si incarnano nel verbo e tutto trapassa come sorgente pura. Incompreso il poeta tra le assenze di ‘uomini ciechi’, eppur scrive e nasce un’altra poesia. L’autrice ci rende partecipi come fossimo li, tutti noi parte del suo poetare, mentre giunge a lei sentitamente il nostro applauso.

Camilla Iannacci Una voce per tutti.

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