Teoria delle catastrofi fisica e olismo

Teoria delle catastrofi: fisica e olismo

Teoria delle catastrofi: fisica e olismo hanno molti punti di contatto. 

Il cosmo nelle sue strutture fondamentali si esprime secondo stati di collegamenti ovvero di entanglement https://www.treccani.it/enciclopedia/entanglement/

Abbiamo un bel distinguere un oggetto dall’altro nella vita di tutti i giorni: nel profondo della materia gli oggetti non esistono separati: la realtà è altra, è quantistica.

Per la nuova fisica, infatti, la natura si presenta organizzata e strutturata come totalità.

Eraclito https://www.treccani.it/enciclopedia/eraclito-di-efeso ha visto ben prima che “Tutto è Uno e l’Uno è tutto”.

Thom con la Teoria delle catastrofi https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_catastrofi afferma che “L’immagine dell’uomo come microcosmo riflesso del macrocosmo conserva il suo valore: chi conosce l’uomo conoscerà l’universo”.

La realtà presenta un’organizzazione a noi invisibile ed è strutturata come totalità: gli oggetti, le situazioni, i fenomeni non sono la somma di elementi singoli.

La struttura, cioè il tutto, conforma le parti: infatti “Il tutto è più che la somma delle sue parti” anche per la Gestalt https://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia_della_Gestalt

  • Lo stato quantistico: l’entanglement e la materia

La fisica quantistica ha dimostrato, sia teoricamente sia per via sperimentale, l’esistenza di quel entanglement che ha capovolto, come la teoria copernicana a suo tempo, la precedente visione della natura.

Ma qual è la struttura della realtà ovvero della materia?

A guidarci in questa esplorazione sono le particelle che costituiscono il reale e che hanno un singolare modo di rapportarsi.

Due particelle se, in un primo momento, vengono a relazionarsi tra loro continuano a mantenere un dialogo, una connessione anche quando vengono a trovarsi separate infatti nel misurare l’una, persistendo la distanza tra loro, anche l’altra viene ad essere investita di questa misurazione.

Di conseguenza le due particelle sono ‘entagled’ e rappresentano uno unico stato quantistico ovvero due particelle sono una sola particella.

La causalità in cui si crede nella nostra quotidianità si mostra illusoria e possiamo archiviarla: ce lo impone, in modo perentorio l’entanglement. 

Il prof. Massimiliano Sassoli de Bianchi https://www.massimilianosassolidebianchi.ch/ illustra la nascita, la storia e il significato dell’entanglement:

  • Roger Penrose: l’entanglement, la coscienza e il vuoto quantistici 

Il mondo invisibile, quello microscopico, è simile a quello macroscopico ed è impensabile che la dimensione psichica esuli da questa dimensione.

Infatti la nuova fisica ci consegna un modo inedito di concepire il tempo e lo spazio ed ora anche la coscienza.

In che modo la coscienza umana si rapporta alla fisica quantistica?

Roger Penrose https://www.treccani.it/enciclopedia/sir-roger-penrose/ colloca la coscienza  negli interstizi tra le due dimensioni della fisica classica e di quella quantistica.

Non sono certo interstizi senza niente dentro infatti presentano il vuoto quantistico che ha una sua reale consistenza, di conseguenza il nostro corpo e, segnatamente, il cervello è costituito da vuoto quantistico.

Noi siamo vuoto quantistico https://www.treccani.it/enciclopedia/vuoto-quantistico_%28Enciclopedia-Italiana%29/

Il “cocktail” di Penrose è più che singolare: c’è un tantino di vuoto ovvero quello di Planck meglio conosciuto come “schiuma”, naturalmente quantistica, una dose di relatività quindi di spazio-tempo e materia-energia.

In tal modo Planck https://www.treccani.it/enciclopedia/max-karl-ernst-ludwig-planck con la sua formula “10-33 cm.” insidia la fama dell’ E = mc2 di Einstein https://it.wikipedia.org/wiki/Albert_Einstein

Ma senza i microtuboli non si dà coscienza ed è in essi che l’entaglement vive e genera la consapevolezza di sé stessi.

Per Penrose meccanica quantistica e relatività generale vanno a incrociarsi ed unificarsi nel cervello: è la teoria conosciuta come “spin network”.

In questo contesto la filosofia ha molto da dire com’è evidente nelle parole di Penrose: 

  • L’olismo di Federico Faggin: natura e coscienza quantistica

La scienza non spiega come il cervello produce i ‘qualia’ pertanto le teorie fisiche classiche non descrivono tutta la realtà.

Il fisicalismo e il riduzionismo descrivono il cosmo e la natura ma sono incapaci di indagare la coscienza, in particolare i suoi aspetti semantici.

“Che senso avrebbero il sapore del vino, il profumo di una rosa” se fossero riducibili a paradigmi meccanicisti?

La coscienza e la mente per Federico Faggin https://it.m.wikipedia.org/wiki/Federico_Faggin nel suo testo “Irriducibile: coscienza e natura” https://frame-frames.blogspot.com/2022/10/irriducibile-di-federico-faggin.html sono un unicum pertanto non sono riconducibili ad alcun logaritmo.

“La nostra esperienza interiore che è” un atto “privato in continua evoluzione… va oltre qualsiasi descrizione: il significato dei simboli, il dubbio, e il libero arbitrio” attengono unicamente alla “coscienza di un sé”.

“La coscienza è la capacità di conoscere attraverso un’esperienza fatta di ‘qualia’, cioè mediante le sensazioni e i sentimenti che portano con sé il significato di ciò che si conosce: la capacità di conoscere esiste prima della conoscenza” scrive Faggin e Gli enti fondamentali” della realtà sono “essere enti coscienti simili alle monadi di Leibniz”.

La coscienza è un fenomeno quantistico ossia è uno stato ben definito, uno stato privato conoscibile solo dal sistema che è in quello stato” in breve presenta tipicità proprie dello stato puro quantistico come in questo video illustra lo stesso Federico Faggin:

  • Il mondo macroscopico e l’infinitamente piccolo: il ruolo dell’osservatore

Quali rapporti esistono tra il nostro mondo macroscopico e quello infinitamente piccolo delle particelle elementari dove vige l’indeterministica?

Esistono due realtà, a quanto pare.

E qual è la natura della natura?

La domanda sulla verità di una proposizione come “l’elettrone ha una traiettoria ben definita” secondo alcune interpretazioni https://frame-frames.blogspot.com/2022/02/giacinto-plescia-uninterpretazione.html avrà una risposta negativa, secondo altre interpretazioni una risposta positiva.

La risposta dipende dall’interpretazione scelta.

Nella dimensione quantistica ogni misurazione va a cambiare ciò che viene misurato: l’osservatore gioca un ruolo fondamentale in quanto il punto di vista dell’osservatore interviene nel processo e modifica la realtà osservata.

  • Fisica classica e fisica quantistica relazionale 

La meccanica quantistica presenta una definita struttura formale e conferma empirica, tuttavia conserva aperte una serie di questioni: dalla ‘teoria dei molti mondi’, alla ‘teoria della riduzione dinamica’ e alla ‘teoria della decoerenza’.

Alla spiegazione scientifica deterministica della fisica classica, alle traiettorie lineari si contrappongono forme e fenomeni di cui non possiamo prevedere l’evoluzione a partire delle condizioni iniziali.

“La fisica quantistica si pone la domanda ‘quale particella vede un’altra?’ e la proposizione ‘ci sono eventi e non enti’ ovvero si chiede quali siano le interazioni delle particelle elementari nella materia, nella realtà della natura” (Bohr).

E la risposta è che l’elettrone esiste nel relazionarsi con altri elettroni: è la fisica quantistica relazionale. 

René Thom https://it.wikipedia.org/wiki/Ren%C3%A9_Thom si pronuncia per una priorità ontologica del continuo sul discreto e parla di ‘potenza coesiva, relazionale’.

Si afferma la concezione della conoscenza come relazione che avvicina Lucrezio al noto fisico Carlo Rovelli https://frame-frames.blogspot.com/2022/10/lucrezio-e-la-gravita-quantistica.html

  • La teoria delle catastrofi: fisica e olismo

La teoria delle catastrofi https://www.treccani.it/enciclopedia/teoria-delle-catastrofi_(Enciclopedia-della./ prende le mosse da Poincaré https://it.m.wikipedia.org/wiki/Henri_Poincar%C3%A9 per quanto riguarda il concetto di biforcazione.

L’elaborazione ruota intorno ai concetti di “panorama epigenetico” e “creodo” che derivano dal testo “Crescita e forma” di T. D’Arcy https://it.m.wikipedia.org/wiki/D’Arcy_Wentworth_Thompson e dagli studi di Waddington https://en.wikipedia.org/wiki/C._H._Waddington.

L’olismo è intrecciato alla realtà della natura, si dispiega nella dynamis e nel conflitto (πόλεμος) sia in Eraclito che in Thom “È la medesima realtà il desto e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli, e quelli mutando son questi: il “πόλεμος è padre di tutte le cose”.

“Qualsiasi forma deve la sua origine ad un conflitto” scrive Thom citando Eraclito per il quale “noi stessi siamo e non siamo, tutto scorre tutto si muove … non si può scendere due volte nel medesimo fiume… non si può toccare due volte una sostanza nel medesimo stato, a causa dell’impetuosità del mutamento, si disperde e si raccoglie, viene e va” pertanto, per conoscere la materia, è necessario “unire ciò che è completo e ciò che non lo è, ciò che è concorde e ciò che è discorde, ciò che è in armonia e ciò che è in contrasto” 

  • Teoria delle catastrofi: fisica e olismo di Renè Thom

In relazione alla teoria delle catastrofi https://matematica.unibocconi.it/articoli/la-teoria-delle-catastrofi in Thom predomina “una visione dell’universo dialettica e eraclitea, di un mondo eterno teatro della battaglia tra «logoi», tra archetipi”  egli pone l’accento sul fatto che “ogni forma, ogni fenomeno”  originano da “una distinzione qualitativa dei modi di agire del tempo nelle cose e al conflitto che si dispiega nella natura”.

La teoria delle catastrofi https://frame-frames.blogspot.com/2022/11/la-teoria-delle-catastrofi-quantistica.html si basa su modelli matematici qualitativi, la catastrofe origina da piccole variazioni che vanno a creare profondi e grandi cambiamenti.

Le forme hanno una struttura stabile che nel modificarsi attraversano un percorso a salti ovvero un percorso catastrofico.

Forme e figure cambiano se subiscono delle deformazioni, es. una tazza e una ciambella, ovvero due oggetti con un buco, per la topologia https://it.wikipedia.org/wiki/Topologia si equivalgono perché l’una si può trasformare nell’altra attraverso una deformazione.

Un sistema presenta continui cambiamenti e veri e propri improvvisi salti: si va da una evoluzione continua a un’altra. 

La teoria thomiana è “teoria del dinamismo universale in cui ogni esistenza è l’espressione di un conflitto”.

  • Giacinto Plescia e i nuovi modelli di teoria delle catastrofi oltre Renè Thom

Nuovi modelli di teoria delle catastrofi: il diadema, la sfera ombelicale, la sfera metaedrica, la diafarfalla, la tetradiafarfalla, la anfitetradiafarfalla, le anfittradiafarfalle sono stati elaborati da Giacinto Plescia in “La forma e lo spazio – mito, natura, hi-tech https://www.mondadoristore.it/forma-spazio-Mito-natura-Giacinto-Plescia/eai979122142881/

In particolare: la farfallacuspide inventa il nuovo, il metaedro conserva le vestigia, la tetrafarfallacuspide dispiega socialità individuali e collettive. 

Questi modelli sono il risultato di ricerche e confronti esperiti anche in conferenze e convegni da Giacinto Plescia https://giacintoplescia.blogspot.com/2021/10/giacinto-plescia-cv-et-studiorum.ht

  • La dinamica non lineare, la morfogenesi di Renè Thom e lo human-tech-space

La dinamica non lineare moderna, da Poincaré a Thom, ha stabilito che le traiettorie nello spazio geometrico sono stabili solo per un certo intervallo, fuori da quell’intervallo si salta su traiettorie diverse con una transizione rapida, biforcazione, e a volte discontinua e origina una catastrofe: la morfogenesi studia tali processi.

Nel trionfo dello human-tech-space https://www.ansa.it/pressrelease/lifestyle/2021/11/13/lo-human-tech-space-di-internet-come-singolarita-topologica_156c748d-76f4-4f39-b6e3-64a59e83213d.html la nuova ‘téchne’ ci porta verso il metaprogetto e dalle macrotéchne, alla microtéchne: è l’era flessibile e isomorfica, la progettualità dell’innovazione continua grazie a nanotecnologie e materiali subatomici quali il grafene.

Il virtuale si esprime con l’immaginazione: si dispiega una ‘téchne’ immaginifica.

Si eventua, in tal modo, un nuovo paradigma di concepire l’Essere stesso nelle sue trasformazioni nel ‘caosmos’ https://frame-frames.blogspot.com/2022/08/il-mito-ed-il-caosmos.html

  • La realtà, il linguaggio, la teoria delle catastrofi: fisica e olismo

La teoria delle catastrofi è “visione contrastiva della significazione e di una visione agonistica delle forze in gioco nel processo di senso” (Paolo Fabbri https://www.paolofabbri.it/libri/morfologia-del-semiotico/ in “René Thom, Morfologia del semiotico”)

Per Thom, che va oltre Frege sull’impostazione logica circa il rapporto realtà-linguaggio, il significato origina da un processo dinamico ovvero anche in questo ambito vige il ‘panta rei’, di Eraclito.

E per R. De Luca Picione e M. F. Freda Il segno è una forma discontinua all’interno di un campo… ogni processo di formazione del significato può essere visto come un campo di organizzazione semiotica che mostra una varietà di continuità e discontinuitàperché la natura è retta da “ordine e disordine, disintegrazione e organizzazione, Hybris e Dike” (Edgar Morin).

  • Conclusioni sulla teoria delle catastrofi: fisica, olismo e la narrazione

Le riflessioni sui fondamenti della filosofia, della fisica, della matematica, i problemi ontologici e fondazionali della meccanica quantistica, relative alla realtà subatomica, e le nanotecnologie si esprimono in una interpretazione ontopoietica della natura https://www.giacintoplescia.it/la-natura-e-luomo-le-catastrofi-dopo-thom/: una decostruzione ontologica, ermeneutica ed epistemica della physis: una nuova narrazione come nel romanzo di Giacinto Plescia “La morte non è niente”

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