Il pensiero poetante la bellezza e il sublime

Il pensiero poetante la bellezza e il sublime

Il pensiero poetante la bellezza e il sublime

Di fronte alle manifestazioni della forza della natura e delle umane tragedie sorge il senso della paura e dell’angoscia ma anche della bellezza e del sublime e siamo sospinti ad interrogarci su cosa siano sulla bellezza ed il sublime.

La bellezza presuppone forma, misura, proporzione, simmetria, il sublime richiama grandezze incommensurabili che generano sgomento e terrore.

  • I due poli in un continuo

La bellezza e il sublime sono due poli in un continuo: un polo è la bellezza associata a un principio di organizzazione, l’altro rappresenta una disorganizzazione, una distopia e scaturisce dalla scoperta dell’abisso costitutivo dell’esistenza https://www.giacintoplescia.it/il-sublime-il-piacere-e-langoscia/

E’ la differenza tra due spazi topologici che s’incontrano come in un nastro di Möbius: un fiore, un poema, un dipinto, o un brano musicale, che possieda bellezza del primo genere può essere vista anche come bellezza del secondo genere https://giacintoplescia.blogspot.com/2021/10/giacinto-plescia-il-piacere-del-bello.html

Si ha la compresenza di due sensibilità in una: la physis, bistabile, si biforca e abita lo spazio möbiusiano: un meta-paradigma aldilà della metafisica-ermeneutica-epistemica.

  • Proust: il pensiero poetante della bellezza sublime

Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante della bellezza sublime: è “l’essersi-com-presi” dal sublime nella bellezza o dell’essere sublime che c’è o si eventua dal nulla, così che è la bellezza sublime a pensarsi e a farci pensare.

La bellezza ideale Platonica svelò la sua essenza nell’apparire, nell’essere la più apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza, invece Proust disvelò la verità sublime nella bellezza, aldilà dell’adeguatezza ideale.

  • La singolarità della bellezza

La verità sublime non è più la Platonica visione ideale, fenomenica o noumenica purezza ma la singolarità dell’evento sublime nella bellezza: l’essere è l’evento sublime nella sua singolarità o alterezza o sublatione sublime.
E’ il pensiero icona sublime nella bellezza non più ideale, ma singolarità dell’evento della dissonanza nella consonanza o discordanza.

Ed ecco che il mondo, il quale non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogniqualvolta sorge un nuovo evento ci appare nella sua differenza ontologica perfettamente sublime.

  • La differenza ed il sublime

È proprio la sublime differenza che crea l’evidenza della verità, capace di vedere e sentire più profondamente le differenze.
La sublime bellezza dello stile è il segnale che il pensiero si eleva, che ha scoperto e stabilito i nessi tra eventi sublimi e fenomeni sublimi e noumeni sublimi che la contingenza lasciò separati.

  • Friedrich e Proust: il pensiero poetante la bellezza e il sublime

L’immagine dell’imago di Friedrich non è una simulazione del mondo sensibile o simulazione dell’idea Platonica, è essa stessa un’idea sublime o meglio il pensiero della sublazione sublime oltre la categorialità fenomenica o noumenica o epistemica.

Nel colore di Friederich c’è il pensiero sublime: la pittura sublime di Friedrich, per Proust, non solo pensa, ma è l’eventuanza dell’essere sublime.

  • Il caos ed il sublime

Nel sublime infiniti vortici abitano il caos, l’invisibile, l’indicibile.

Il pensiero sublime abita il colore o abita il suono, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee, il colore pensa da sé.
La sublime imago di Friedrich si dà come evento sublime del sublime.

  • Conclusione: il pensiero poetante la bellezza e il sublime

È la singolarità sublime che crea se stessa ed è la verità della singolarità sublime, quale estetica estatica dell’evento sublime o il rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi dell’estetica della transcendenza sublime.

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