Nuove tecnologie e il knowledge dopo Renè Thom

Nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom

Indice dei Contenuti

Nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom      

Morfie d’una progettualità nuova dispiegante quali-quantità del lavoro: post-industrialismo e la teoria della stabilità strutturale di Renè Thom  https://it.wikipedia.org/wiki/Ren%C3%A9_Thom

L’accaduto e l’accadente: il superamento della grande industria verso il postindustriale presenta una molteplicità di valenze ancora in divenire ed il cui dispiegamento potrebbe darsi a seconda dell’evolversi della socialità e delle sue capacità d’espressio­ne in rapporto ai media produttivi ed alla desideranza spaziale.

  • Un nuovo modello e la stabilità strutturale di Renè Thom

Da una parte, il modello qui rappresentato https://frame-frames.blogspot.com/2022/02/giacinto-plescia-uninterpretazione.html espone ed esprime alcune delle possibili evenienze trasformanti forme e rapporti produttivi, spaziali e sociali attraverso la teoria della Stabilità Strutturale e le nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom  https://www.giacintoplescia.it/tecnologie-e-teoria-delle-catastrofi-dopo-rene-thom/

Tuttavia, qualità e quantità del lavoro dipendono cosi strettamente dalla creatività progettuale che la socialità esprime in alterità o meno rispetto ai media di produzione.

  • La qualità del lavoro, le nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom

S’intende per qualità del lavoro la percezione di tale qualità definita dalla soggettività e dall’oggettività sociale: la qualità non è definibile quantitativamente dal numero di ore lavorate, non il tempo come misura, ma, semmai, l’alienazione prodotta dal lavoro stesso.

E’ il grado di tensione negativa consce ed inconscia che si genera all’interno dello spazio-tempo lavorativo, mentalmente e fisicamente, che produce nella mente la separazione tra concezione del lavoro e concezione della vita, tra produzione e riproduzione https://www.giacintoplescia.it/la-natura-e-luomo-le-catastrofi-dopo-thom/

Infine, per quanto riguarda le nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom, la produzione è riproduzione.

  • Mente, memoria, coscienza e il mito: nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom

La mente ricompone l’infranto e ci restituisce la vita in relazione al problema della natura o per meglio dire della physis https://frame-frames.blogspot.com/2021/08/la-physis-secondo-emanuele-coccia.html

L’incontro tra memoria e coscienza ci riporta l’eco della condanna mitica alla separazione tra il maschile ed il femminile, della condanna alla riuni­ficazione nella fatica, nel dolore, nel travail-travaglio (1).

Il superamento del mito ci conduce, attraverso la strada della riunificazione, alla sovrapposizione ed all’interscambio del maschile (lavoro per la sopravvivenza) e del femminile (vita e ­armonia per la riproduzione);
del corpo con la mente alla perenne ricerca di nuovi saperi, di nuove forme del lavoro e nuovi spazi per l’abitare(2);  mediante una socialità che s’esprime attraverso i mezzi di produzione, ma in continuo conflitto con essi nel tentativo di ricondurli a sé, di tendere ad annullarne l’alterità nell’ambito delle nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_catastrofi   

  • L’esistenza sociale e l’alienanza

La “vita”, riunificazione di produzione e riproduzione, diventa progetto dell’esistenza sociale, composizione armonica di forme, proporzioni, tempi, quando s’emancipa dalla sopravvivenza e dalla fatica.

Infatti la separatezza è misura dell’alienanza, che pure dipende dalla separazione tra il comando e l’esecuzione, tra il possesso e la deprivazione.

  • L’alienanza ed il rapporto socialità-strumenti: nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom

L’alienanza è, di nuovo, dipendente dal rapporto socialità-strumenti: tanto meno una collettività si riconosce nel sapere, nelle istituzioni, nelle forme di produzione, tanto più aumenta la non identificazione, dalla quale può generarsi una forma conflittuale dispiegante nuovo sapere o il richiudersi nella morte di espressioni sociali minoritarie confinate nella memoria e affioranti nella coscienza.

Le nuove tecnologie e il knowledge dopo René Thom https://www.giacintoplescia.it/tecnologie-e-teoria-delle-catastrofi-dopo-rene-thom/ e le nuove forme del sapere sociale oggettivato in tecnologie postindustriali aumentano le contraddizioni e le ambiguità tra individuo e società, tra centralità e perifericità, moltiplicando le eventualità di alternative dispiegabili.

  • Media e socialità

La qualità e quantità del lavoro sono definite dalla coscienza del sé e del sociale che, unica fusione, può permettere una radicale innovazione dei modi della sopravvivenza.

Queste eventualità possono configurarsi in forme più o meno aderenti ai modelli precedenti, dipendentemente dal porsi della socialità nei confronti dei media.

  • Conoscenza, sapere, democrazia, le nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom   

Gli elementi d’invarianza nel rapporto media-socialità, nelle forme dell’economico e del politico, possono trovare area desta­bilizzante all’aprirsi di nuovi spazi di conoscenza e di sapere, i quali a loro volta ritrovino sincronia in idealità anche per le nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom.

Evitare di porsi a difesa di un sapere consumato può aprire nuovi luoghi alla pratica dell’immaginario dell’individuo e della collettività e costituire nuovo elemento d’instabilità (3).

La propria singolarità è elemento di emancipazione dal degrado e di salvaguardia al soccombere sociale non come politica dell’individualismo, ma di consapevolezza e quindi di democrazia e controllo.

  • La liberazione dal lavoro, le nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom    

La “liberazione dal lavoro” può liberare forze creative che, ponendosi in modo interlocutorio con i media di produzione, evidenzino alterità; o viceversa costituire sia implosione soccombente in espansione nella memoria, sia esplosione che non produce mutazione.

In questo senso i suicidi dei cassaintegrati al nord e gli omicidi dei camorristi al sud sono aspetti di  uno stesso problema: di crisi, di transizione, di trasformazione produttiva.

  • Lavoro e società

E’ ri­vendicare l’appartenenza ad una società dalla quale si è esclusi e rifiutati come corpo e come mente, e contemporaneamente un sottrarsi, un rieliminarsi dopo essere stati eliminati.

La “liberazione dal lavoro” può produrre contemporaneamente e morte e vita
La “liberazione dal lavoro” è disoccupazione alla quale si risponde all’interno ed all’esterno delle regole sociali e per le nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom.

  • Soggettività e alterità: nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom

Ciò che appare esterno alle regole che la società si è data, a volte, altro non è che una delle forme del potere che viene a configurarsi come ulteriore vincolo per le soggettività all’interno delle regole non formali che sostanziano la pratica della quotidianità.

In riferimento alle nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom, l’alterità espressa nei confronti dei media di produzione altro non produce che immobilismo e negazione del conflitto per un’accentuazione delle forme del potere.

Il rifiuto può diventare alterità quando si materializza in forme di lavoro non codificate da media di produzione importati da un’altra cultura e dove si emancipa dal degrado culturale di quelle tradizioni, che nel corso degli anni hanno perso contenuto per rimanere pura forma, che da forme vitali e liberatorie sono diventate “schiavitù”.

  • Nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom: dalla fase industriale al postindustriale, dal pre al postindustriale

La trasformazione della coscienza individuale e sociale dall’industriale al postindustriale e dal pre al postindustriale attra­versa percorsi diversi che non necessariamente devono essere conseguenti (si veda per maggiori chiarimenti -1 5).

Il passaggio da una forma all’altra della produzione interagisce con la socialità nella quale avviene tale mutamento.

  • Il fenomeno dell’autoimpiego

Il fenomeno dell’autoimpiego, ad esempio, conseguente all’eccedenza di manodopera, offre differenti possibilità di relazioni tra singoli e con i media.

L’autoimpiego si differenzia dall’impiego per il particolare rapporto con il possesso o meno degli strumenti di lavoro e della propria forza-lavoro.

  • Gli strumenti o le regole del mercato

Il che non significa di per sé modificare quegli strumenti o le regole del mercato, a volte neppure lavorare con tempi e ritmi inferiori o scelti.

Si può operare negli interstizi del mercato, della produzione, per fasce particolari di utenza, oppure rientrare nel grande mercato e concludere il cerchio.

  • Nuove forme di lavoro e spazi culturali-sociali

Contemporaneamente, almeno all’inizio, e forse non solo, si possono sperimentare altri spazi reali al di là della fabbrica, mentali, culturali, sociali e altri possibili modi d’organizzare il lavoro e di rapportarsi con l’esterno.

Se pure non c’è trasformazione tecnologica immediata, c’è pluralità di esperienze, di scontri; c’è una società in movimento insoddisfatta, che comunque dopo aver messo in crisi la fabbrica, essersi tendenzialmente riappropriata degli strumenti e pensato a nuove forme di organizzazione del lavoro, vede riproporsi il problema dell’alienanza e dell’alterità sociale nei confronti dei media, ma spostato in avanti.

  • Le nuove tecnologie: il sapere e l’intelligenza

La caratteristica peculiare di queste nuove forme di lavoro pare comunque essere la professionalità di nuovo tipo, la creatività, la fantasia , la filosofia e un nuovo sentire https://zralt.angelus-novus.it/zralt-n-18-autunno-2017/la-teoria-delle-catastrofi-la-filosofia-e-lestetica-del-nuovo-sentire/ la possibilità di vendere sul mercato beni e servizi derivanti dalla propria cultura, curiosità, ideologia la diffusione spaziale che pone nelle stesse condizioni le me­tropoli ed il “deserto”.

Ed è questa caratteristica che contiene in sé l’ambivalenza della soddisfazione e dell’impossibilità a raggiungerla che potrebbe costituire nuovo elemento di conflittualità in tendenza.

  • La crisi della grande industria

Con la crisi della grande industria si ritorna ad una nuova forma di “mestiere” col prevalere della mente sulla mano.

Nuove tecnologie e il knowledge dopo René Thom: le nuove tecnologie hanno incorporato il controllo attraverso il sapere e l’intelligenza.

  • La tetrafarfallacuspide: la dialogia tra intelligenza della socialità e i media di produzione

Le nuove forme di alienazione, dovute al sentirsi altro dal mezzo e dall’organizzazione sociale, dipendono dalla mente e dal grado di dissociazione esistente tra soggettività e oggettività.

L’alterità espressa nei confronti degli strumenti dalle diverse socialità diventa progettualità di forme di lavoro che può esplicarsi qualitativamente e quantitativamente o emettere solo segnali ancora non definiti.

Come si spiegherà nel modello semantico ove la tetrafarfallacuspide esprimerà la dialogia tra intelligenza della socialità espressa in desideranza, spaziale ineragente con la spazialità dei media di produzione anche per quanto riguarda le nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom.

  • L’intelligenza collettiva: sapere scientifico, media di produzione, forme spaziali ed istituzionali

L’intelligenza collettiva o della socialità trova concretezza nel sapere scientifico oggettivato nei media di produzione, nelle forme spaziali ed istituzionali.

Il rapporto socialità-media è dipendente dalla socialità come elemento in continua mutazione ed il grado di adesione alle forme oggettivate è indice di tale trasformazione.

Il rifiuto di una socialità nei confronti dei media può produrre alterità innovante o chiusura soccombente, anche in relazione alla presenza dell’evolversi delle idealità sociali.

  • Un nuovo modello interpretativo a)

a) la farfalla-cuspide rappresentazione topologica dell’alterità sociale quale desideranza spaziale

Nel nostro modello https://frame-frames.blogspot.com/2020/04/giacinto-plescia-modelli-matematici-per.html il primo caso sarà rappresentato dal dispiegamento della dialogia farfalla-cuspide: si otterrà un ombelico parabolico ove la prevalenza della socialità renderà tangibile la differenza e la recreanza; l’ellittico interno al pa­rabolico sarà la rappresentazione topologica dell’alterità sociale emergente quale desideranza spaziale attante verso futuri universi.

  • Un nuovo modello interpretativo b)

b) morfogenesi catabolica, catastrofe a coda di rondine: la desideranza

La seconda evenienza sarà descritta dalla morfogenesi catabolica dello spazio rigorosizzato dal medium attraverso la catastrofe a coda di rondine.

Viceversa l’adesione può produrre evoluzione in continuità di forme, non innovazione, non invenzione, perché operante all’interno del possibile, all’interno della desiderabilità di ciò che è dato alla collettività di desiderare negli schemi prefissati, secondo canoni prestabiliti.

Qui non si cambia la qualità delle due attanze; esiste una sorta d’equilibrio tra gli attrattori, i quali producono continuamente catastrofi silenziose, mai oltrepassanti e dispieganti morfie nuove strutturalmente stabili.

La desideranza inventa l’impossibile, il nuovo, l’ancora da avvenire, da codificare, è pregna di molteplici possibilità (4).

  • L’archetipo dell’ombelico iper­bolico: l’eccedenza dell’intelligenza collettiva

E’ il quarto archetipo prodotto dall’interagire tra cuspide-media e farfalla-socialità: l’onda dell’apparenza della desideranza si dispiega, esiste, crea morfogenesi, induce cambiamenti e turbamenti, ma è sempre preda del riflusso, del riemergente, dell’abisso, del silenzio.

Si è in presenza dell’archetipo rappresentato dall’ombelico iper­bolico https://frame-frames.blogspot.com/2022/09/lombelico-e-la-farfalla-oltre-thom.html

E’ l’eccedenza dell’intelligenza collettiva, che non ha ancora trovato concretizzazione in forme oggettivate, in media di comunicazione anche per quanto concerne le nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom.

  • La desideranza sociale

E’ in diretta comunanza o comunicanza con la desideranza sociale che costituisce sintesi dell’idealità del singolo e della collettività.

Eccedenza dell’intelligenza, desideranza, idealità ed immaginario sociali, lasciano presupporre l'”altro” rapporto socialità-­media; il tendenziale superamento dell’invarianza.

Modello semantico

  • Morfemi dell’alienanza ed il lavoro

L’alienanza dal lavoro e del lavoro, aspetti distinti ed organici d’un dato nesso sociale produttivo, si dispiega in morfemi apparentemente affatto difformi, persino incongruenti e, comunque, scarsamente confrontabili.

Un catalogo sistematico di essi è attraversato per un verso da categorie sociologiche e psicologiche a posteriori, sintesi d’aspetti comuni supposti significanti; per un altro verso da rilevamenti statistici di ricorrenza quantitativa in un dato sistema socio-produttivo.

La congruen­za tra osservazione empirica e categorie teoriche di riferimento è mantenuta con opportuni aggiustamenti e, se occorre, con radicali ridefinizioni teoriche.

  • Morfie e media: nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom

Giacché qualunque forma di laburalienanza può essere conosciuta solo in quanto si manifesta ed è generalmente compresa come tale, si deve ammettere l’esistenza d’un codice sociale, ancorché storicamente determinato, capace d’assolvere in modo sufficientemente adeguato, tale funzione.
Ciò equivale a riconoscere l’esistenza di media semanticamente significanti.
Da questo punto di vista le morfie della laburalienanza si possono distinguere in base alla valenza teleologica delle loro risposte, cioè secondo l’implicazione stimolo + reazione, indivi­duando archetipi comportamentali passibili di morfogenesi future.
E’ quasi superfluo richiamare l’attenzione sull’irriducibile ambiguità del segno che nasce dalla relazione, localmente definita, tra i diversi registri semantici del ricettore e dell’emittente e che la comunicazione è, quindi, evento localmente relazionale.

  • La buralienanza e morfogenesi

Ciò detto e ammessa l’esistenza d’un’intermodalità di comunicazione plausibilmente fedele, priva di rumore, non distorta, interpretabile con sufficiente univocità, cioè d’un registro finito e definito di media socialmente riconosciuti e/o riconoscibili, è possibile distinguere le risposte alla laburalienanza in morfogenesi involventi, evolventi, indifferenti rispetto allo status socio-produttivo, corrispondenti ad altrettali azioni di identica valenza trasformante.

Se un tale modello paradigmatico è di grande semplicità esplicativa, conduce anche ad una eccessiva semplificazione del problema in esame glissando un’analisi, condotta con metalinguaggi spesso informalizzabili, quasi sempre più problematica e ricca di suggestioni.

Né può essere molto più significante conoscere, con tutta la precisione possibile, la frequenza statistica d’un evento, specie quando v’è la possibilità che si manifesti in forma creodale, giacché può avere microdimensioni quantitative e, nel contempo, avere, qualitativamente, valenza epigenetica pregnante.

  • Desideranza sociale, morfosintesi creodale, forma chimerica

La laburalienanza, di cui sin qui s’è parlato, e le forme di risposta ch’essa suscita, siano esse soggettive, collettive, sociali, esprimono il segno inequivocabile e tangibile d’una ten­sione di trasformazione della qualità o quantità del lavoro (‘o’ è qui intesa nel senso non esclusivo, logico di ‘vel’).

Tale tensione, nell’atto di estrinsecarsi, si relaziona al firmamento semantico già espresso e diviene medium socialmente comunicante, segno esplicito di “desideranza sociale” in morfosintesi creodale.

  • Il configurarsi d’un paesaggio epigenetico

Il configurarsi d’un paesaggio epigenetico dipende, a quel punto, dalle caratteristiche qualitative delle attanzialità espresse, che si muovono in uno spazio finito non limitato le cui possibili configurazioni dipendono da parametri fluttuanti fra due polarità definibili come “forma fantasma” e “forma chimerica”, entrambe irraggiungibili in forma assoluta in quanto la prima irrimediabilmente svanita, la seconda del tutto utopica.

  • Il Teorema di classificazione di Thom e la desideranza sociale: nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom

E’ possibile dispiegare archemorfie della desideranza sociale di quali-quantità del lavoro capaci d’evidenziare, con pregnanza isologica, tale varieganza attanziale?
La referenza epigenetica è il Teorema di classificazione di Thom https://www.giacintoplescia.it/tecnologie-e-teoria-delle-catastrofi-dopo-rene-thom/ gli archeremi di riferimento formalizzati in precedenti analisi (7, a , 9 1 10, 1 1 , 1 2, 1 3, 14, 1 5, 16).

Poiché, per quanto sin qui detto, paiono più pregnanti le diffe­renze definibili dalla concorrenza di più parametri a va;
il contenuto semantico anziché la classificazione d’unità semantiche incasellate in categorie reciprocamente escludentisi e, quindi, in opposizione;

sl come fondamentale è l’esistenza d’un’invarianza (medium) che attraversa variegate forme attanziali, generate dalla desideranza sociale di quali-quantità del lavoro;
il mo­dello assunto è archetipale, sintagmatico, qualitativo.

  • Il post-industrialismo: nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom

In una realtà in cui l’industrialismo non ha espresso dinamiche autonome, ma ha soltanto condizionato essotericamente un sostrato preindustriale, il post-industrialismo presenta sorprendenti nessi con modelli preindustriali a cui pare essere morfolo­gicamente molto somigliante.

La paradossalità è spiegabile se si considera il vuoto logico­morfologico lasciato dalla mancata industrializzazione, quindi l’assenza della sua salienza logica consistente nella replicanza degli archetipi con temporalità fortemente stabile e/o debol­mente stabile.

E’ dunque quanto mai improbabile che attanze cinemorfiche di de­sideranza quali-quantitativa del lavoro possano percorrere modelli di tipo industrialistico per ciò che riguarda le nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom.

Tendenzialmente ripercorreranno morfie preindustriali più legate alla dinamica dell’intelligenza psichica, mutuata dalla socialità, capace di generare incessantemente archetipi metastabili.

Semanticamente, le attanze morfogeniche della socialità emergono in catastrofi virtuali estremamente aleatorie ma risonanti nel metabolismo dell’inconscio individuale e collettivo.

Proprio in questo aspetto il post-industrialismo presenta le maggiori affinità al preindustrialismo, come è stato diffusamente dispiegato nel paragrafo precedente.

  • Dinamica sociale: la tetrafarfallacuspide, singolarità topologiche

Si può ragionevolmente ipotizzare d’essere in una dinamica sociale di morfogenesi creodale.

La tetrafarfallacuspide è il metaedro esprimente l’ambivalenza fluttuante della transizione in assenza d’industrialismo o, meglio, in presenza d’un industrialismo solo chimericamente riflesso.

Dal punto di singolarità topologica, nucleo epigenetico del metaedro, molteplici traiettorie si dipanano.

Alcune, percorrendo le varietà cuspidali, ripropongono archetipi qualitativamente invariati, differenziantisi solo quantitativamente.

Altre, muovendosi sulle varietà a farfalla, incorrono in successive anfibolia.

In alcune, la pregnanza della socialità epigenetica esprime creodi archetipali di logos-forma innovante, elaborante, trasformante.

Le attanze cinemorfiche della socialità entrano in risonanza con la topologia fluttuante trasformativa del sistema sociale produttivo.

Si stabilizza una morfogenesi che produce morfie regolatrici.

Questo in base alle ricerche di Giacinto Plescia https://giacintoplescia.blogspot.com/

  • La tetrafarfallacuspide: una singolarità ombelicale parabolica, sintesi archetipica di configurazioni morfogenetiche secondo la topo­logia fluttuante

Formalmente da una delle sezioni a parabola delimitanti la tetrafarfallacuspide s’epigenera una singolarità ombelicale parabolica, sintesi archetipica di configurazioni morfogenetiche nuove elaboranti gli stimoli esterni, secondo la propria topo­logia fluttuante, e capaci di raggiungere rigorosità locali di­spieganti attanzialità creative della socialità individuale e collettiva e le nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom.

L’assenza di stabilità rende la morfologia della desideranza sociale di quali-quantità del lavoro maggiormente sensibile alle influenze esterne che ne condizionano l’evoluzione secondo va­lenze dissalienti.

Le morfie che si manifestano saranno d’omologia speculare scarsamente elaborata passibile, tuttavia, d’evoluzione in salienza ove si manifestino condizioni singolari nella relazione tra attanze interne e stimoli esterni.

  • “Ombelico iperbolico” ,  la “coda di rondine” la “farfallacuspide”

L’ombelico iperbolico https://www.giacintoplescia.it/omphalos-chora-lhi-tech-space-oltre-rene-thom/ instabile, si dispiegherà dalla sua figura di regolazione bidimensionale rappresentata da una seconda sezione a parabola del metaedro epigenetico.

In condizioni di coesistenza stabile e generalizzata d’equilibrio ed innovanza, l’archetipo dispiegantesi dalla terza sezione a parabola del metaedro sarà una coda di rondine.
Laddove, invece, le attanze cinemorfiche della desideranza sociale quali-quantitativa del lavoro s’esprimono in forme chimeriche, il quadrante metaedrale si conclude nella sezione a parabola della farfallacuspide in dissolvenza.

  • Nuovi modelli topologici dotati di complessità superiori alle undici catastrofi thomiane: la “spirale catastrofica”  la “collana” il “Changing Lemma”

Formalizzazione 
In precedenti lavori (7, 8, 9, 10, 1 1 , 1 2, 1 3, 14, 15, 16) sono stati esposti i primi elementi d’un metodo generale per la costruzione di modelli topologici dotati di complessità superiori a quelle offerte dalle undici catastrofi thomiane.

In questa direzione mancano contributi matematici specifici, se si esclude la ricerca di Zeeman sulla doppia cuspide (17) 1 alcuni cenni nell’opera di Thom (5); i lavori di Arnold (18) e di altri sulla classificazione delle singolarità, che ponerdosi da un punto di vista essenzialmente algebrico, non rispondono alle esigenze modellistiche di molti settori applicativi.

Il metodo proposto conduce a diversi tipi di varieganza.
La “spirale catastrofica” come pure la “collana” vengono generate connettendo superfici d’equilibrio ed insiemi di biforcazione di più catastrofi elementari; il supporto è costituito dal Changing Lemma.
La scelta d’un collegamento di tipo connettivo nasce dalle caratteristiche del problema ivi esaminato, in cui è dominante una dinamica invariante comune ai processi presenti in sistemi di diverse dimensioni, dai chips ai sistemi interplanetari.

  • Oltre il Teorema di classificazione di Thom: coppia il “diadema”, la “sfera ombelicale” la “sfera metaedrica”,  la “farfallacuspide”, la “tetrafarfallacuspide”

Un altro aproccio, considerato in (15) (fig, A e B), si basa sulla costruzione di “metaedri”, modelli topologici generati da uno stesso punto, centro d’una coppia di poliedri thomiani posti in simmetria speculare, che viene fatta ruotare d’un angolo prefissato fino a ritornare nella posizione originaria (fig. 1).

Ad esempio, una terza possibilità, che verrà esplorata in prossime ricerche, prevede la costruzione di un “diadema”, una struttura costituita da più poliedri thomiani i cui centri organizzatori giacciono su uno stesso archetipo spaziale e sono disposti circolarmente in modo che sia possibile percorrere l’intero diadema, tor­nando al punto di partenza dopo una rotazione di 360°.

Forse più pregnante appare la “sfera ombelicale”, generata da un fascio di ombelichi ellittici uscenti dal centro d’una sfera e poggianti sulla superficie della stessa.

Ancor più interessante potrebbe essere la “sfera metaedrica”, in cui il centro della sfera coincide con quello d’un fascio di tetradiacuspidi poggianti sulla superficie della sfera stessa.

  • Il modello riunificante e le nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom

Il modello riunificante: la “tetrafarfallacuspide” la “coda di ron­dine”, un “ombelico iperbolico” un “ombelico parabolico”, la connnessione fra “cuspide” e “farfalla”

Pertanto, nel presente lavoro si costruisce un modello che riunifica alcune delle idee precedenti: una tetrafarfallacuspide, per connessione, si prolunga in tre direzioni attraverso una coda di ron­dine, un ombelico iperbolico ed un ombelico parabolico, mentre nella quarta direzione la superficie si estende secondo la connnessione fra cuspide e farfalla.
Si tratta d’un metaedro ottenuto a partire da una cuspide
V = x4 + vx 2 + wx
e da una farfalla
V = xG + tx4 + ux3 + Cv – v 0)x2 + (w – w0)x ,
il cui punto singolare è (w0 ,v0 ,0,0); le superfici d’equilibrio M ed M hanno equazioni
4×3 + 2vx + w = O
6xs + 4tx3 + 3ux2 + 2(v – Vo)X + (W – Wo) = o •
Se scegliamo v0 = “53′” t , w0 =
16 t o/
5
t0 < O , otteniamo la “farfallacuspide” (fig: 2); la tetrafarfallacuspide viene generata facendo ruotare per tre volte la figura precedente di 900 intorno all’origine del piano (w,v) .

  •  Dispiegamenti universali delle catastrofi elementari

Ricordiamo i dispiegamenti universali delle seguenti catastrofi elementari:
coda di rondine w1 xs + (v – v 1 )x3 + wx2 – ux
ombelico iperbolico w2 x3 + y3 + (w – w2)xy + vx ;uy
ombelico parabolico w 3 x4 + x2y + tx2 + (v – v 3 )y + wx + uy
dove le coordinate vl’ w2 , v 3 sono tali che i punti (O, Vp O), (w2 , O, O), (O, v 3 , O) definiscono le singolarità dispiegate dalle tre catastrofi (fig. 3).

  • La formalizzazione

Pertanto, dal punto di vista formale, sottolineiamo che i parametri w e v mantengono il significato originario per ciascuno degli archetipi che compongono il modello;

di conseguenza, la variabile x, che si identifica con la variabile essenziale della cuspide o della farfalla finché si considerano punti del metaedro, assume invece il significato di parametro di controllo quando corrisponde a punti dello insieme di biforcazione della coda di rondine o dell’ombelico iperbolico o dell’ombelico parabolico.

  • Conclusione: nuove tecnologie e il knowledge oltre René Thom

Quindi, in relazione alle nuove tecnologie e il knowledge oltre Renè Thom, il modo in cui si può rendere possibile questo passaggio da una catastrofe ad un’altra, per connessione, è stato esaminato in (9) e verrà ulteriormente precisato dal punto di vista matematico in un prossimo lavoro.

Qui ci si limita a rilevare l’importanza del passo compiuto per andar oltre il Teorema di classificazione di Thom: i metodi costruttivi proposti offrono una varietà di modelli topologici che non si riferiscono solo a sistemi dinamici con potenziali complessi, ma aprono la strada allo studio delle catastrofi generalizzate.

La teoria delle catastrofi è esemplificata qui

https://www.labottegadelbarbieri.org/sulla-teoria-delle-catastrofi-intervista-ad-antonio-caronia/   

https://matematica.unibocconi.it/articoli/la-teoria-delle-catastrofi

https://www.bollatiboringhieri.it/libri/vladimir-i-arnold-teoria-delle-catastrofi-9788833925684/

BIBLIOGRAFIA
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G. Plescia: Modelli Ontologici e/o Virtuali della Supersferica Molecola Carbonio:il Fullerene
G. Plescia: Ontologia Delle Catastrofi Caosmiche
G. Plescia: Modelli Chaosmici nell’Intermittenza Quantica
Predisposizione di un Modello Topologico per l’Analisi della Dinamica delle Variabili di Stato Qualitative e degli Elementi Determinanti la Turbolenza Territoriale con Riferimento al Sistema dei Trasporti in Progetto Finalizzato Trasporti – CNR – Direttore Ricerca “L. Bianco” Report Annuale, Roma, et al.
Archetipi, Software, Modelli Topologici-Strutturali della Progettualità Nuova in Progetto Finalizzato – Research Program Cnr – Direttore Ricerca “P.L. Spadolini” – Report Annuale, Roma, et al.
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G. Plescia: “Fibre Ottiche al Fullerene” all’“Agenzia Italia” di Biella
G. Plescia: Il chaosmos: è infinito, infinitesimo
G. Plescia: L’Epistemica, il Nulla e l’Arte, Montedit
G. Plescia: Ontologia della Physis,Montedit
G. Plescia: Ontologia della Physis: Ermeneutica ed Epistemica della Fisica Matematica, Godel-Heidegger-Thom Tesi per il 1^ Corso di Perfezionamento post-lauream in “Scienza e Filosofia, Temi di Epistemologia Generale ed Applicata”
G. Plescia:Ontologia dell’Arte, Epistemica Ontologica Tesi per il 2^ Corso di Perfezionamento post-lauream in “Scienza e Filosofia, Temi di Epistemologia Generale ed Applicata”
G. Plescia: Il canto di Kalipso: la Dea del Sublime, il Nulla ed il Sublime, una Nascente Ontologia dell’Opera d’Arte Tesi per Corso di Perfezionamento post-laurea in “Estetica ed Ermeneutica delle Forme Simboliche”
G. Plescia: Ontologia del Mito Progetto di Ricerca per il Corso di Perfezionamento post-laurea in “Estetica ed Ermeneutica delle Forme Simboliche”
G. Plescia: Ontologia del Sublime, Tesi
G. Plescia: Ontologia dell’Opera d’Arte: il Bello tra Nodi, Nastri e Singolarità, per una Morfogenesi e Topologia dell’Arte
G. Plescia: Un Modello Topologico della Mente il Problema della Coscienza
G. Plescia: Epistemica e Arte: il Bello dopo il Nulla
G. Plescia: Onthodynamis per l’Esame in Storia della Scienza
G. Plescia: Ricerche, Progetti, Pubblicazioni, Proceedings, Concorsi
G. Plescia: Il Vuoto e la Luce. Il Lingotto in: Quaderni dell’Archivio Storico della Fiat a c. d. M.R. Moccia, Paravia, et al.
G. Plescia: Spazialità Hi-Tech: Technocities, Highways, Valleys in: “Innovazione e sviluppo nelle regioni mature” a c.d. R.P. Camagni – L.Malfi, F. Angeli, et al.
G. Plescia: Allocazione Industriale e Morfogenesi Urbana in “L’Analisi degli Insediamenti Umani e Produttivi” a c.d. G. Leonardi F. Angeli e nel Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, et al.
G. Plescia: Modelli Matematici della Physis per il decennale de “Le Scienze”, pre-print, et al.
G. Plescia: Modelli Matematici e Morfie Scientifiche per la Rivista S/E, pre-print, et al.
G. Plescia: Innovanza e Spazialità: Semantica dello Spazio Post-Industriale e Morfogenesi per l’Ires Torino, pre-print, con altri
G. Plescia: Epistemologia e Assiomatizzazione della Matematica, parte II, et al.
G. Plescia: Considerazioni Critiche sulla Storia della Probabilità, parte III, et al.in: “Processi di Storicizzazione della Matematica: le Teorie sulla Probabilità” a c.d. M. Montagnana, Celid, Torino
G. Plescia: Modelli Matematici per la Gravità Quantistica all’8th Italian Conference on General Relativity and Gravitational Physics, Cavalese,TN
Giacinto Plescia: In margine alle pre-visioni dei Black Holes di Stephen Hawking 14th International Conference General Relativity and Gravitation, Firenze
G. Plescia: Archematics and Unfoldings of Thom’s Theorem: Some Applications of the Theory of Structural Stability, SES, Blacksburg – Virginia, Usa et al.
G. Plescia: Some generalizations and Applications of Thom’s Theorem, Iamm International
Conference, University of California Berkeley, Usa 1985 et al.
G. Plescia: Analysis of Post-Industrial Spatial-Archemorphism, in Atti Amse, Nizza, et al.
G. Plescia: Industry Allocation and Urban Morphogenesis, in Atti Amse, Parigi, et al.
G. Plescia: Archeomorfie Spaziali dell’Innovanza: Tecnologia, Produzione e Media 4^ Conferenza Aisre – Irpet Regione Toscana Firenze, et al.
G. Plescia: Archematica dellaDistopia/Desideranza Spaziale Post-Industriale in Atti “Luoghi E Logos” – Ed. S. Agata Bolognese Seminario Naz.le Inu E.R. – Oikos – Prov. Ass.to Progr. Pian.Terr. Regione e Comune di Bologna Min. Ric. Scient.Tecn., Bologna, et al.
G. Plescia: Allosteresi Industriale e Morfogenesi Urbana in Atti Conferenza Aisre, Venezia, et al.
G. Plescia: Allosteresi Industriale e Sinecismo Morfogenico in Atti “La Matematica nella Facoltà di Architettura” Università degli Studi di Firenze Dip.ti di Matematica ed Architettura ed in Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, Bologna, et al.
G. Plescia: Morfie d’una Nuova Progettualità Dispiegante Quali-Quantità del Lavoro” su Fondi M.P.I. (60%), in Atti dell’Università degli Studi di Bari Regione Puglia – Aisre 5^ Conferenza, Bari, et al.

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