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Omphalos chora l’Hi-Tech-space oltre Renè Thom: nella mitologia pare esistessero due fuochi della polis:
il fuoco interno di Hestia, dea del focolare, al centro della casa, degli spazi privati della socialità;
il fuoco esterno di Hermes, messaggero sempre mobile, epicentro della socialità pubblica.
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Phalò e Omphalos chora l’Hi-Tech-space oltre Renè Thom
Phalò comunicanti e generanti omphalos della spazialità pre/post/produttiva ed omphalos della comunanza (non tanto ‘communio’ quanto ‘commercium’) dinamica della polis.
Ma un’altra valenza premonitrice evoca la latenza etimologica: Hestia deriverebbe la sua eufonè mitologica tanto da ‘histoi’, pilastri di legno, metafora statica costruttiva dello spazio abitativo, quanto da ‘histos’, telaio versale in salienza, simbolia tecnologica della spazialità produttiva.
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Hestia, phalòs e omphalos chora l’Hi-Tech-space oltre Renè Thom
Hestia quale primigenia creazione mitologica della spazialità cheotica, sintesi dell’abitabilltà e dell’attività produttiva?
Phalòs, è stato dimostrato infatti, potrebbe avere una genesi fonetica ambivalente: ‘essia’, quale essenza fissa ed immutabile; o pure “osia”, in qualità di mobilità, movimento cangiante.
Phalò: varianza, instabilità d’una struttura stabile, invariante rispetto ad uno spazio prefissato, ma attraversata da morfogeniche dinamiche caotiche e cheotiche (χέω, versare, avente direzionalità) topologie fluttuanti recreanti attanze spaziali: omphalos.
Omphalos, ombelico, esprime etimologicamente non una catamorfia involvente, concava, implosiva, ma una salienza anamorfica, crescenza d’instabilità.
Pertanto si parte dallo spazio e dall’omphalos per approdare all’Hi-Tech oltre la teoria delle catastrofi di Renè Thom che ascoltiamo di seguito