Musica e filosofia Platone, Leibniz e Mozart SUONATORI NELLA GRECIA CLASSICA

Musica e filosofia

Musica e filosofia: Platone, Leibniz e Mozart

All’origine, la musica pare risolversi tutta nella filosofia, come modello dell’attività del relazionarsi o dell’armonizzarsi dei suoni dall’acuto al grave, all’intonazione del modello scalare

Il filosofo è già musicista, come narrò Platone https://www.treccani.it/enciclopedia/platone/ Fedone nel sogno fa già musica altissima o sublatione sublime.

Nel Sofista la filosofia è musica, perché evidenzia le modalità dell’accordarsi e dispiegarsi nella completezza.

Musica e filosofia sono l’interpretazione pitagorica dei paradigmi di relatività del fondarsi.

Al di là del relazionarsi mondano ma quale sublime sublatione.

 

  • La naufraganza, la poiesis e la sublatione estetica

Filosofo e musicista hanno una vocazione per la musica ma si dedicano alla filosofia o viceversa.

Sono persi o presi in una naufraganza che sfugge. 

Le relazioni fra musica e filosofia si svelano nell’eventuarsi della poiesis sublime, o nel crearsi della sublatione estetica.

  • Musica e filosofia: il sublimarsi e l’asimmetria

Lì la filosofia è musica o la musica è il mondo che canta.

E la musica è il sublimarsi nella filosofia, ma con profonda asimmetria sublime.

Quel situarsi sublime è l’eventuarsi di una tragicità immanente. Quasi una destinanza che ancora è in attesa di una risposta che non si è data e non si darà mai.

  • Un’interpretazione

Musica e filosofia: Platone, Leibniz  https://www.treccani.it/enciclopedia/gottfried-wilhelm-von-leibniz/  e Mozart https://it.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_Amadeus_Mozart consentono di evidenziare una problematica o interpretazione che viene in luce all’interno della bellezza estetica della musica stessa.

L’accadere della verità sublime è l’evento dell’essere sublime, è l’evento che si eventua, è l’abisso di cui non si può mai trovare il fondamento.

C’è Friedrich dietro l’immagine del sublime o nell’abisso del non-fondamento sublime o la stabilità strutturale dell’ontopologia di Thom.

  • Il suono oltre l’adeguatezza ideale

C’è un continuo abnegarsi nell’abisso del non-fondamento: la vertigine del sublime.

Il darsi sublime ed abissale del suono, al di là della bellezza musicale, sfugge ad ogni semplificazione logica.

È irriducibile ad una sistemica formale o adeguatezza ideale.

  • La morfologia del suono

Musica e filosofia: Platone, Leibniz e Mozart è un percorso che evidenzia gli aspetti udibili, quali ritmo, forma, densità o rarefazione di eventi sonori.

Essi sono la morfologia del suono estetico-musicale in evidenza spaziale ideale.

O eventuarsi ontologica, quale opera poietica, mistica e fisica, tattile e riflessiva in evidenza.

La fenomenica è il mostrarsi del sonoro quale purezza del suono.

  • L’indeterminatezza e le dissonanze

Un suono non possiede nulla, né ha il suo essere nel fenomeno sonoro.

L’indeterminatezza sublime si eventua nelle consonanza dell’altezza, durata, timbro, intensità.

Questo, per eventuare dissonanze quale s-fondatezza dell’eventuarsi dell’estetica della bellezza musicale.

O l’idea della bellezza o il suo essere-per-i-sensi o estetica del fenomeno creativo.

  • La bellezza e la musica 

La transtemporalità nella musica sublime è l’eventuarsi o abnegarsi, sistole e diastole, dell’essersi.

È immanenza di presenza e assenza, o eventi assentemente presenti o presentemente assenti.

Oltre la simmetrica bellezza ideale; è il vuoto abissale sublime che accoglie l’eventualità del mostrarsi.

La bellezza sublime https://www.giacintoplescia.it/il-gusto-e-la-bellezza/ risiede nelle composizioni timbriche in assenza di strutture di referenza; nell’accadere discontinuo di suoni e silenzi sublimi.

  • Il silenzio quale bolla fullerenica e il suono

Il tempo musicale della bellezza ideale si disvela così quale misura vuota.

Come se fosse bolla fullerenica che scoppia sulla superficie del silenzio.

Quest’ultimo è il centro attorno a cui gravitano tutte le forze, le diramazioni, le infinite possibilità: è sublime silenzio.

Il silenzio è spinta ad agire, impulso, motore immobile della dynamis sublime.

Il silenzio sublime è il fondamento abissale, principio o priorità della musica sublime. Il suono sublime esiste, si manifesta, si espande e si esaurisce è il mostrarsi della dinamica sublime.

  • L’evento musicale

La dinamica sublime del mostrarsi ed abnegarsi dell’evento musicale, o manifestarsi del fenomeno o noumeno sonoro è l’eventuarsi dell’essere e non è altro che il sublime.

Il suono sublime ha una eccedenza che non si lascia imbrigliare nelle simmetrie matematiche.

Il suono si eventua in latenze che consentono all’esserci di ascoltarsi, di scoprirsi, di incontrare se stesso, attraverso le dispieganze che il suono dell’evento sonoro sublima aldilà della parola, della semantica di referenza.

  • Il sublime: musica e filosofia

La musica è il dispiegarsi dell’evento dell’essersi sublime, o struttura ontologica della temporalità sublime.

Da secoli sublimità si riferisce alle specifiche caratteristiche musicali di opere in dissonanza, per descrivere la musica sublime.

Lì si eventua il regno della grazia infinita, la musica quale sublime sublatione della bellezza.

Sublimità è la transonanza tra la paura, o il pericolo, o l’autentico terrore.

È la musica del diluvio, di un uragano, o tempesta in dinamica sublime, o movimento inaudito, o la stessa violenza della natura.

  • L’inadeguatezza e l’aermeneutico

Ma sempre ontopologico nulla, sublime, afenomenico, anoumenico,  aermeneutico e l’inadeguatezza,

L’ apprensione lì supera la comprensione, o si dà quale sublatione sublime.

L’incapacità o l’inadeguatezza, di fronte al gegestand sublime dell’essere transcendenza, si dà in angoscia sublime, o sensazione del sublime o idea del Sublime.

L’apparente consonanza, o l’apparenza fenomenica, si dà in dissonanza.

Si eventua lì la sublazione senza alcuna regolarità o aldilà di ogni regola ben precisa. Nonché al di là dell’ordine cosmico o armonioso.

  • L’immaginazione e l’archegeta

Ma che si eventua quale sublatione delle preesistenze fenomenali o noumeniche.

Accade allora, che l’immaginazione elabori in piena libertà il nuovo senso dell’esserci.

La libertà dell’immaginazione è la sublime ontopologia dell’archegeta.

Mozart è l’archegete dell’ontopologia sublime della creazione estetica ecstatica.

L’idea estetica fenomenica è una sequenza potenzialmente infinita di pensieri legati da nessi, non tutti logici.

O una catena illimitata di pensieri, connessi l’uno con l’altro, rispondenti all’intenzionalità espressiva dell’archegete.

  • Il logos e il piacere estetico

Non sempre situabili e dimostrabili nel logos evidente https://www.treccani.it/vocabolario/logos/

Per ciò l’archegete eventua la sublatione più inquietante o angosciante.

Quella dell’ontopologia sublime, eventuanza che sorge dinanzi a quelle presenze che, pur suscitando orrore, spavento o smarrimento, dispiegano paradossalmente un piacere estetico.

L’eventuanza piacevole sorge quando il terrore si attenua e quando l’archegete ammira anche la dinamica sublime potenzialmente minacciosa.

O la contempla  senza paura e senza orrore Anzi  l’evento sublime diventa tanto più attraente per quanto sia spaventevole l’apparenza dell’onnipotenza della natura.

Lo stupore che confina con lo spavento, il sacro orrore che si prova alla visione di vertici vertiginosi che si elevano fino nei cieli, di profondi abissi in cui le acque precipitano furiose durante diluvi sublimi, di una profonda e ombrosa solitudine che ispira tristi meditazioni non costituiscano più un timore.

Sono soltanto una prova dell’immaginario, per l’archegete d’essere superiore alla natura cosmica armoniosa o dissonante in sé e fuori di sé, sia sinfonica sia operistica.

  • Platone, Leibniz e Mozart: il suono come evento tra

    musica e filosofia

L’evento fondamentale della musica è il suono. Eulero scoprì che il suono musicale sorge da vibrazioni isocrone delle onde d’aria.

Tuttavia la divisione del tempo e le proporzioni matematiche non sono percepibili per la loro rapidità o alterità o alternanza.

La matematica sublime mostra e svela il rithmos delle vibrazioni.

La bellezza del suono musicale è già in sé, e la musica, in virtù dei suoi fenomeni sonori compositivi, è arte bella, e non semplicemente piacevole.

  • Leibniz e le percezioni inconsce

Si può avvertire l’eco della teoria di Leibniz per cui la percezione cosciente deriva da una molteplicità infinita di piccole percezioni inconsce.

Ma il suono è per Leibniz, la transpoiesis di un calcolo matematico sublime inconscio, aepistemico, “exercitium arithmeticae occultum nescientis se numerare animi”.

Non riconducibile a regole matematiche nella rigorosità e completezza, ma sempre intrise di paradossalità e indeterminatezza ontopologiche.

Il duplice sviluppo, lungo l’asse diacronico della melodia e lungo l’asse sincronico dell’armonia, la dominante del tema dispiegano la sublatione sublime cromodinamica della transonanza musicale.

Il tema musicale introduce la coerenza fenomenica noumenica che esprime l’idea estetica della coerenza fenomenale o noumenica epistemica, ma in quanta transfiniti.

  • L’archegete e l’ontopologia sublime

Così quell’eventuanza consente all’archegete di svelare l’ontopologia sublime, aldilà dell’ideale estetico o dell’intenzionalità compositiva del musicista.

Nella musica l’idea estetica, la presenza delle idee estetiche, può elevarsi fino a diventare sublime, ma con quei fenomena in fondo non si pensa niente.

Però, per il loro variare vivace o l’alternanza, si disvela la transonanza sublime.

Non è l’armonia dei suoni o delle arguzie o la bellezza fenomenica a fondersi quale sublime. L’armonia cosmica pare sia sempre congiunta armonicamente in un alternarsi di tensioni e rilassamenti delle transtrighe elastiche. O è un movimento dinamico del piacere per un pensiero che, in fondo, non rappresenta niente, ma eventua un’attesa del sublime.

L’attesa potrà essere colorata da una gamma illimitata di tonalità transfinite o allusiva, intrisa di sublimi transonanze ove il ritmo musicale possa eventuare la transpoiesis o la sublatione sublime con movimenti sublimi tali da dispiegare la complessa sublimanza della musica.

O abneganze pervadenti le strutture ontopologiche delle tematiche: una connessione profonda tra musica e fenomenica dei movimenti.

  • Epistemica. La morfogenesi dei suoni: musica e filosofia, Platone, Leibniz e Mozart

Ma in quanto si eleva alla bellezza, nell’analisi di “musica e filosofia: Platone, Leibniz e Mozart” la musica pare coinvolgere le idee estetiche e con la sua interna complessità sfugge a qualsiasi paradigmatica epistemica o noumenica o fenomenica.

La musica si dà nella molteplicità indeterminata di significati in virtù della morfogenesi dei suoni e delle loro strutture ontopologiche o tematiche sublimi.

Il consenso sublime si mostra o manifesta nell’abneganza capace di svelare nel pensiero poetante l’ontopologia della libertà, o la sublime tragedia o la naufragranza eroica e mitica.

Il sublime si situa nella musica e fonda la possibilità della composizione musicale con sublatione sublime più elevata nella sua astrazione con l’eventuanza dell’essersi.

Perché la transonanza disvela eventuanze sublimi al di là del fenomenale noumenico epistemico.

La musica sublime è la transpoiesis pensante per esprimere l’inesprimibile fantastico o misterico o tragico.

Plotino è l’archegete della musica sublime quale transvisione ontopologica dell’eventuanza dell’esserci aldilà dell’immagine platonica.

E quale struttura ontologica piuttosto che ideale o fenomenale metafisica.

L’ontopologia è la transonanza sublime della sublatione dell’essere, la metafisica è la musica della bellezza dell’essere che non c’è o c’è solo nell’oblio.

  • Platone e la musica

Platone https://it.wikipedia.org/wiki/Platone situò la contemplanza della bellezza in sé, divina e monade quale forma della bellezza quale armonia invisibile o armonizzarsi musica della natura stessa.

L’evidenziarsi del fenomeno musicale ontologico, coniugato alla struttura temporale del suono, o alle specificità estetiche e recettive, o al percepirsi dimensionale dell’ascolto è il mettersi in luce o il costituirsi dei nessi che coniugano le categorie concettuali tradizionalmente impiegate dalla fenomenologia della musica.

La musica o un suono?

Platone ideò l’enigma: dov’è e com’è la musica che non c’è qui e dalla quale tuttavia la musica che c’è qui deriva e dipenda?

Platone intuì che possa esserci là dove il pensiero fluttui, senza sforzo sistemico, senza aspirazioni ontoteologiche ma solo quale eventuanza sublime dell’essersi.

Con l’eventuanza del sublime la problematica si sublima: non è tanto importante il fenomeno del vedere meglio il visibile.

Ma di vedere, per la prima volta, l’eventuarsi dell’invisibile, o l’invisibilità sublime.

Quando si scopra o si svela la statua della dea, la musa del sublime si anima, quale verità sublime sempre oltre la bellezza ideale fenomenica.

Anche quando la Verità sublime sfugge, per un soffio sublime o mistico ove si eventua l’ecstasi sublime.

  • Mozart: la musica caosmica

Mozart https://www.treccani.it/enciclopedia/wolfgang-amadeus-mozart/ quale archegete della transonanza sublime, è l’eventuanza della dinamica sublime, o la morfogenesi d’onda o superonda.

O del caos sublime dinamico, o caosmica sublime.

Lì lo spazio-tempo dinamico, le vibrazioni, le trasformazioni, le composizioni o proiezioni, i movimenti di cambio o di pura velocità o di velocità differenziale nello spazio-tempo eventuano la dinamica sublime della singolarità della transonanza. Transfibre sublimi di singolarità in transtringhe sublimi dispieganti singolarità morphologiche sublimi.

Così come il sublime si dà nel mondo, altrettanto si risprofonda nella pesantezza della pietra, nella durezza e nella lucentezza del metallo, nella compattezza e nella duttilità del legno, nello sfavillio e nella cupezza del colore, nella transonanza del suono e nella forza virtuosa della parola.

La pietra grava, mostra pesantezza e proprio così si ritrae in se stessa;

il colore si accende e resta tuttavia chiuso;

il suono risuona e tuttavia non emerge nella svelatezza in completezza.

Ciò che emerge nel disvelato, invece, è lo schiudersi e l’eventuarsi del sublime.

Tutte le cose rifluiscono nella relativa singolarità virtuale. Nell’ontogenesi delle monadi virtuali che si schiudano c’è il medesimo incompreso o non-compreso quale sublime disvelatezza. Qui la sua excstasy, là dà come ciò che nella svelatezza si eventua sublime.

Una fondatezza dell’archegete quale schiudentesi sempre e in modo conforme all’essenza, è un fondo abissale sublime.

  • Musica e filosofia: Platone, Leibniz e Mozart:  conclusioni

La sublime bellezza, si mostra e si rivolge nell’alterezza e non teme alcunché di chiuso.

Anzi, svela l’a-ilemorfico o a-ente, non ente, niente, nulla afenomenico anoumenico aepistemico.

Ma, nel suo schiudersi, la sublatione sublime non può fare a meno del mondo, se deve risplendere nella transonanza dello schiudersi e del trattenersi.

Si è nella contesa in contrastanza eristica, quella contesa è l’intimità della transinfinitezza nell’archè.

È, al contempo, l’eristica, poiché il sublime, nel fondamento della sua determinazione, è eventuanza in contrastanza.

È l’evento che accende e custodisce la contesa o l’eristica sublime nella contrastanza.

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